Ancora una volta la giunta Raggi dimostra la propria volontà di infierire contro la popolazione fragile della città e contro le lavoratrici e lavoratori del sociale. Questa volta ad essere colpiti sono i senza fissa dimora e le lavoratrici e lavoratori del centro di pronta accoglienza di Via Monte Libretti.
Dal 01/07/2020 lo storico centro di pronta accoglienza per senza fissa dimora “Madre Teresa di Calcutta” si è trasferito dalla sede di Via Assisi in Via Monte Libretti a seguito della procedura negoziata di gara a cui sono stati invitati oltre 60 organismi. Tale procedura, con il limite dei € 750.000 prevedeva l’affidamento fino al 30/06/2021. La Direzione Accoglienza e Inclusione del Dipartimento Politiche Sociali, nei mesi precedenti la scadenza del servizio ha più volte garantito all’organismo affidatario la prosecuzione dell’affidamento prospettando una gara ad evidenza pubblica di imminente indizione, ma ad oggi non ancora bandita, pur sapendo che il servizio a norma di legge non era prorogabile. L’organismo affidatario, forte delle “garanzie” ricevute, ha provveduto a rinnovare per un ulteriore anno la locazione della struttura di accoglienza che accoglie 67 utenti, per lo più fragili, e in cui operano 12 lavoratori assunti a tempo indeterminato.
Non è chiaro se la Direzione Accoglienza e Inclusione fosse intenzionata già da tempo a chiudere la struttura e non abbia avuto la coerenza di affermarlo e abbia dolosamente omesso di programmare il trasferimento e la presa in carico degli ospiti o se, altrettanto colpevolmente, non sia stato in grado di attuare le procedure di gara per il mantenimento in essere della struttura di pronta accoglienza che da oltre 15 anni da una possibilità a questa parte della popolazione più fragile e più trascurata della nostra città.
Non è certo una attenuate la spasmodica e confusa ricerca messa in atto in queste ore dal Dipartimento di qualche strapuntino in cui mettere queste persone ma anzi, le modalità, la sciatteria con cui sta avvenendo tradisce la assoluta mancanza di rispetto per queste persone e per la loro dignità.
Dignità calpestata anche alle lavoratrici e ai lavoratori che in queste ore stanno apprendendo la chiusura del centro e la perdita del proprio lavoro senza che ci sia stato tempo per cercare soluzioni alternative.
Dopo i tagli al sociale del bilancio, l’assenza di indicazioni ai Municipi sul riavvio del servizio degli AEC/ OEPA per il prossimo anno scolastico e il conseguente smarrimento delle famiglie dei bambini con bisogni educativi speciali che non hanno alcuna garanzia sul servizio, dopo il mancato potenziamento dei servizi sociali per adeguarli alle richieste dopo la pandemia questo nuovo colpo ci spinge a credere che all’ interno della amministrazione capitolina si annidi una volontà di danneggiare la popolazione fragile e annullare i servizi a loro dedicati oppure che il Dipartimento sia gestito con incompetenza, improvvisazione e totale mancanza di empatia per le persone a cui si dovrebbe fornire assistenza