Cgil Cisl Uil: “Il 13 marzo riparte la mobilitazione per il contratto, verso nuovo sciopero regionale”
Sanità privata, riparte la mobilitazione dei 25mila lavoratori delle strutture accreditate del Lazio, ospedali, Irccs, case di cura, centri di riabilitazione, Rsa e centri territoriali e ambulatoriali. A rilanciare l’azione di protesta Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio – dopo l’ennesimo nulla di fatto all’incontro che si è svolto oggi in Prefettura a Roma con le organizzazioni datoriali Aiop, Aris e Federlazio.
“Ormai siamo al surreale”, attaccano i segretari di categoria, “Quasi la metà del servizio sanitario regionale è mandato avanti da personale che aspetta da 12 anni un rinnovo di contratto: di questi tempi un’era geologica. In molti casi l’attesa è addirittura di 14 anni visto che non è stato applicato nemmeno il biennio economico 2006-2007 e nel frattempo sono proliferati i contratti pirata, creando una ulteriore frammentazione di diritti e salari. E i datori di lavoro, nonostante i profitti che rendono ambitissime sul mercato le strutture sanitarie private della regione, continuano a nascondersi dietro difficoltà di bilancio che non esistono. Ancora oggi abbiamo sentito parlare di rinnovo a “zero euro”. Una vergogna nei confronti di chi lavora e di chi, pagando le tasse, vede le risorse pubbliche finire in dividendi agli azionisti a fronte di zero investimenti in professionalità e competenze”.
“Se le due manifestazioni del 2018 e il grande sciopero regionale di dicembre non sono bastati”, proseguono Di Cola, Chierchia e Bernardini, “la nostra mobilitazione crescerà ancora. Dopo la rottura delle trattative nazionali del 21 febbraio scorso, la rabbia e la legittima motivazione delle persone a vedersi riconosciuto un diritto costituzionale come quello alla giusta retribuzione non possono che aumentare. E noi non ci fermeremo”.
“Dal 13 marzo ripartiremo con una mobilitazione forte e capillare”, concludono i segretari. “Ci saranno bandiere e assemblee in tutte le strutture. Sarà un crescendo di azioni di protesta e di iniziative clamorose. Siamo pronti ad andare fino in fondo, fino ad arrivare ad un nuovo sciopero regionale”.