“Lo sosteniamo da sempre: i professionisti della sanità, così come tutto il personale che ruota all’interno di strutture ospedaliere, asl, servizi territoriali, sono il primo tassello di una sanità pubblica estesa e funzionante. E il lavoro nella sanità pubblica deve essere stabile e garantito. Apprezziamo che l’Assessore regionale alla sanità, Alessio D’Amato, abbia parlato di valorizzazione del lavoro e superamento del precariato in sanità, chiedendo al Governo maggiori spazi e un punto fermo: poter assumere a tempo indeterminato ogni risorsa essenziale al buon funzionamento dei servizi alla salute, e riformare il sistema sanitario post pandemia, diventando attrattivi per le giovani generazioni di professionisti. Obiettivo che ha ribadito anche oggi, in occasione del confronto pubblico di Spi e Fp Cgil ‘L’assistenza si costruisce insieme. I protagonisti del SSSN dialogano’.
È certamente utile che si solleciti il Governo a fornire gli strumenti per procedere alla stabilizzazione dei precari – a partire dalla proroga dei termini previsti dalla Madia, come minimo per ulteriori 3 anni – oltre che aprire a nuovi concorsi. Lo diciamo da tempo: per recuperare il gap passato, doppio nel Lazio rispetto alla media italiana, e potenziare i servizi, servono almeno 10 mila assunzioni stabili”, così Giancarlo Cenciarelli, Segretario generale Fp Cgil Roma e Lazio.
“Con la pandemia le fila dei precari, chi ha risposto in emergenza a chiamate da graduatorie, avvisi pubblici o manifestazioni di interesse, sono aumentate esponenzialmente, fino a raggiungere le circa 7000 unità nella regione, tra dirigenza medica e lavoratori del comparto. Tantissime professionalità che mancavano, che hanno dato un contributo fondamentale in emergenza e che adesso non possono rischiare di uscire dal sistema a dicembre, col paradossale rischio di essere sostituiti da altro precariato, da tempi determinati e somministrati. E 7000 sono state le firme raccolte dalla Fp Cgil nella campagna lanciata a sostegno di stabilizzazioni e assunzioni nei mesi scorsi”, prosegue Cenciarelli.
“Il confronto con l’istituzione regionale c’è stato ed ha portato all’accordo dello scorso 30 aprile, che stabilisce le tappe di un vero potenziamento del SSR, a partire da assunzioni e stabilizzazioni. Ora alle dichiarazioni devono seguire i fatti: si convochi il tavolo, rispettando i tempi previsti dall’accordo, per andare avanti con gli impegni presi e definire tempi e modalità per garantire stabilità ai lavoratori. Serve un segnale forte dalla Regione e un insieme di azioni definite, per evitare che le singole aziende continuino a provvedere in autonomia alle carenze di personale, continuando ancora a chiamare personale somministrato”.
Se si vuole davvero cogliere l’opportunità di ridisegnare l’assistenza sanitaria e socio sanitaria pubblica in un’ottica estensiva, che vada dal territorio all’innovazione, per garantire a tutte e tutti il diritto alla salute, si deve ripartire dal lavoro: continueremo a sostenerlo e a fare la nostra parte per dare certezze a chi oggi è precario e perché si riduca, fino ad azzerarsi, il ricorso a forme atipiche, meno tutelate o senza prospettiva di stabilità”, conclude.