“Esternalizzazione selvaggia, fuori dal tempo e contro la legge, che assicura extra-profitti ai privati e danneggia lavoratori e contribuenti”, questa la denuncia di Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio – in merito alla decisione presa dalla Asl Roma 1 di demandare alla sanità privata lo smaltimento delle liste d’attesa delle prestazioni ortopediche.
Questi i fatti: “Dal 31 luglio, ogni venerdì gli interventi protesici di anca e ginocchio programmati nelle liste di attesa dell’ospedale Santo Spirito e del San Filippo Neri, si svolgono in convenzione all’interno di una struttura privata, con medici della Asl e personale infermieristico e di assistenza del privato”, spiegano Chierchia, Cenciarelli e Bernardini. “Questo in aperto contrasto con le disposizioni del ‘decreto agosto’ che impone lo smaltimento degli interventi arretrati all’interno delle aziende pubbliche e incentiva allo scopo le prestazioni aggiuntive del personale”.
“La conseguenza è una palese violazione della legge e l’ennesimo regalo agli imprenditori privati, gli stessi che da 14 anni non rinnovano i contratti dei lavoratori e che in questo modo incassano per intero i Drg, cioè le tariffe correlate alle prestazioni”, rimarcano i sindacalisti. “Mentre i dipendenti della Roma 1 perdono gli incentivi, i lavoratori del privato vedono crescere i carichi di lavoro ma non le retribuzioni. E per di più i contribuenti si trovano a pagare due volte la stessa prestazione”.
Quello delle liste di attesa per gli interventi protesici, d’altra parte, è un problema annoso alla Asl Roma 1, con una media che attualmente viaggio oltre i 9 mesi. “Il punto sta in una cattiva organizzazione che non è mai stata corretta nonostante i nostri solleciti. Basti pensare che le sale operatorie del San Filippo Neri sono 13 con organici dedicati al completo. Ma ad essere operative sono solo 5, per carenza di anestesisti che, per difetto organizzativo o per interesse di bottega, sono destinati a compiti di second’ordine”, attaccano Cenciarelli, Chierchia e Bernardini. “E anche di fronte alle risorse aggiuntive messe a disposizione dal governo per la fase post-Covid, la direzione della Roma 1 non ha trovato niente di meglio da fare che riesumare le famigerate ‘convenzioni’ con pagamento a piè di lista. Cioè quel modello vecchio, inefficiente e sprecone che la Regione Lazio si vanta di aver eliminato”.
“Ci chiediamo se davvero la Regione abbia autorizzato tutto questo: una convezione illegittima che assicura soldi ai privati e copre le magagne di una direzione incapace”, concludono i segretari di categoria. “Dall’amministrazione regionale ci aspettiamo un intervento immediato. O ci mobiliteremo contro questo inaccettabile sperpero di risorse pubbliche a tutto svantaggio di lavoratori e cittadini”.