Sul salario accessorio dei lavoratori del San Giovanni Addolorata, azienda ancora ferma nonostante la nuova determina regionale che attesta la consistenza e la parametrazione dei fondi contrattuali destinati a retribuire gli operatori. E i sindacati proclamano lo sciopero per il 31 marzo prossimo.
Massimiliano De Luca, Giovanni Fusco e Alberto Checola, segretari territoriali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Roma Capitale Rieti e Uil Fpl Roma e Lazio tornano, in una nota, a denunciare la “beffa intollerabile ai danni del personale. Si nega a chi è in prima linea per la pandemia e per la campagna vaccinale, anche il diritto alla giusta retribuzione: due anni di produttività già guadagnata e straordinari Covid sottratti ai bilanci delle famiglie”.
Una situazione paradossale, rimarcano i sindacalisti. “Qui si lavora in pochi, con turni moltiplicati, carichi altissimi e un’emergenza in corso, ma il riconoscimento dovuto a chi ha pagato un prezzo salatissimo anche in termini di vite umane, si è trasformato in una punizione, scontrandosi contro il muro della burocrazia e dell’inerzia. Tanto che il collegio dei sindaci sta ancora tenendo ferma la contrattazione sui fondi per la produttività del 2019, 2020 e 2021, decurtando in modo ingiustificato i salari, mentre addirittura si nega il pagamento del lavoro straordinario reso obbligatorio dalla crisi sanitaria e dalla carenza di personale”.
“Dalla Regione Lazio è arrivata la certificazione dei fondi, ma di fronte a questa autentica ingiustizia ci saremmo aspettati un intervento ben più energico dall’amministrazione responsabile del Sistema sanitario regionale”, proseguono De Luca, Fusco e Checola. “Il San Giovanni Addolorata non può continuare a tenere sotto scacco i propri dipendenti”.
“Per questo siamo mobilitati da mesi e abbiamo messo in campo decine di iniziative. Dall’azienda nessuna risposta concreta. Ora basta, il 31 marzo sarà sciopero del personale”, concludono i responsabili territoriali delle categorie di Cgil Cisl Uil. “Porteremo la protesta fin sotto la Regione. E non ci fermeremo finché non saranno assicurate la dignità e i diritti dei lavoratori”.