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Con una disposizione del 26 settembre, il Ministero della Salute ha indicato la sospensione delle domeniche gratuite nei musei e nei luoghi culturali, come ulteriori misure straordinarie di prevenzione dei contagi Covid-19.
Gli ingressi gratuiti previsti nelle prime domeniche di ogni mese, inizialmente ripristinate dopo il lockdown, vengono nuovamente interrotte: così hanno scelto le più grandi città d’Italia, come Milano e Firenze, e tante altre amministrazioni locali, adeguandosi a quanto disposto dal Ministero Salute e recepito dal MiBact. In controtendenza rispetto al resto del paese, la scelta di Roma Capitale: il 4 ottobre l’accesso ai Musei civici della città sarà gratuito.
“Abbiamo chiesto a Zètema, la società in house che gestisce i Musei civici di Roma Capitale, un chiarimento: la risposta è stata che per la Sovrintendenza le attuali modalità d’ingresso sono sufficienti ad evitare gli assembramenti. Peccato che, in questo periodo, l’amministrazione capitolina non si sia particolarmente distinta per il corretto rispetto dei protocolli: misurazione della temperatura del personale dei Musei lasciata all’iniziativa discrezionale dei singoli Funzionari, nessuna disposizione circa il tempo di permanenza nelle sale Museali con inevitabili assembramenti all’interno delle strutture, opzionali le prenotazioni”, denuncia la Fp Cgil di Roma e Lazio.
“Ora Roma Capitale sceglie di mantenere l’iniziativa, nonostante i dati dei contagi nella Regione non siano confortanti. Fruire dei luoghi della cultura ai tempi del Covid è possibile e tutti noi lo auspichiamo, per tornare alla normalità ridare slancio alle attività culturali e turistiche duramente provate nel periodo più grave della pandemia. Tuttavia, la sicurezza deve essere al centro, in ogni fase e in ogni passaggio. Iniziative come questa nascono proprio per aumentare l’affluenza nei nostri luoghi della cultura. Prudenza vorrebbe che anche Roma si adeguasse alle disposizioni del Ministero o che, per non dare l’impressione di sottovalutare -gravemente – il problema, ogni aspetto relativo alla sicurezza fosse regolato e inappuntabile. Un contingentamento all’ingresso non basta: serve un protocollo e una dotazione che definisca ogni misura atta a garantire distanziamento e sicurezza all’interno degli spazi, durante il percorso di visita e permanenza nelle strutture. Sottovalutare uno solo di questi aspetti, potrebbe avere conseguenze gravissime. E nonostante le nostre richieste e i protocolli di sicurezza, le carenze nei fatti sono ancora tante”, prosegue il sindacato.
“Abbiamo interessato l’Assessore Bergamo della questione: per quanto i musei debbano tornare a vivere e restare aperti, non permetteremo che venga messa a rischio la sicurezza di cittadini e lavoratori”, conclude la Fp Cgil.
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