Il piano di riallestimento del Museo Nazionale Romano, secondo le prime informative fornite, inciderà, fino al 2025, sulla fruizione del patrimonio culturale nelle quattro sedi, sull’organizzazione del lavoro interna e sui livelli occupazionali dei servizi aggiuntivi per effetto delle chiusure a rotazione.
“Il Dirigente Verger, nonostante la preoccupazione espressa dalle organizzazioni sindacali, non ha fornito i dettagli del piano e il cronoprogramma e non ha mai convocato le organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori in appalto. – dichiara la Fp Cgil di Roma e Lazio – Inoltre, dal post lockdown del 2020, anche al fine di garantire aperture in sicurezza ricadenti sull’ormai esiguo personale di vigilanza e accoglienza rimasto, MNR ha ridotto gli orari di apertura al pubblico spostando l’apertura alle ore 11.00.”
“Alla drammatica carenza di personale interno si aggiunge la riduzione del personale dei servizi in appalto addetti a biglietterie, bookshop e guardaroba. Una situazione che all’aumento dei carichi di lavoro ha unito l’imbarazzo di dover spiegare ai visitatori che non sarebbero potuti accedere con le valigie per l’interruzione del servizio guardaroba.” prosegue la Fp Cgil di Roma e Lazio “In tutto questo, mentre nel nome della valorizzazione più spinta, si riduce l’offerta culturale e i servizi connessi, non si affrontano i problemi concreti e strutturali delle sedi museali, come il malfunzionamento dell’impianto di climatizzazione.”
“Richiamiamo la Direzione del Museo e il Ministero della Cultura alle proprie responsabilità e chiediamo l’apertura di un tavolo di confronto con le rappresentanze sindacali per trovare una via condivisa che garantisca qualità del servizio culturale, salvaguardia delle professionalità dell’Istituto e continuità occupazionale.”