La Casa Circondariale femminile “G. Stefanini”, visitata nei giorni scorsi, è la struttura penitenziaria femminile più grande d’Europa. Si articola in 7 sezioni in relazione al diverso regime custodiale da attuare in ragione delle posizioni giuridiche delle ristrette. Molte detenute sono tossicodipendenti con terapia metadonica in atto e parecchie presentano disturbi psichiatrici; tutto ciò unito alla multietnicità, crea tensioni tra le ristrette. Solo la grande professionalità del personale che vi opera evita che le tensioni sfocino in situazioni pregiudizievoli per la sicurezza e l’ordine. Ciononostante continuano a registrarsi casi di aggressione verso il personale di Polizia . Esiste anche una sezione nido, in cui sono ristrette detenute con prole inferiore ai tre anni di età. La capienza regolamentare è di 260 detenute, a fronte delle 390 oggi presenti. Al momento l’organico insufficiente non consente di assicurare la copertura di tutti i posti di servizio: poche unità chiamate a fronteggiare un numero consistente di detenute, mentre è quasi nulla l’automazione dei cancelli. Esiste un sistema di videosorveglianza a cui non è destinato personale ma che integra semplicemente la vigilanza ai piani. Anche in questa struttura si denuncia la necessità di integrare il personale nonché l’insufficienza degli investimenti per migliorare le condizioni di lavoro.
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