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Promozioni allegre in AMA: Roma Capitale assente, riportare aziende pubbliche in trasparenza

 “E’ molto triste che, per garantire un minimo di trasparenza e il rispetto delle norme nelle partecipate capitoline, si debba sempre ricorrere alle autorità, che non ci sia controllo da parte dell’azionista Roma Capitale e che la Giunta Raggi permetta un utilizzo così disinvolto delle risorse pubbliche”. Così in una nota Natale Di Cola, segretario della Cgil Roma e Lazio, interviene a sostegno dell’esposto presentato alla Corte dei Conti dalla federazione di categoria, la Fp Cgil, in merito alle promozioni illegittime fatte in AMA SPA.

“AMA è senza bilanci da 4 anni – continua il sindacalista – in ritardo su tutti i passaggi tecnici per farli approvare, in ritardo sulla presentazione del piano di risanamento, in ritardo clamoroso sulle assunzioni necessarie per garantire il servizio, in ritardo sulla predisposizione del piano assunzionale 2021, in ritardo sul piano industriale, in ritardo sulla presentazione di bandi di appalto con cui produce centinaia di licenziamenti. Ma nel 2020, in piena pandemia, ha trovato il tempo di fare un assessment di cui nessuno conosce i dettagli e di fare promozioni a quadro o dirigente, ma senza selezioni pubbliche e procedure trasparenti. Un utilizzo privatistico di un’azienda di tutti”.

“E’ il ritorno dei vecchi metodi di potere usati in AMA – conclude Di Cola – con l’aggravante della fase emergenziale, che rende il tutto più insopportabile, e dei 350 licenziamenti causati in questo anno negli appalti, che mostrano una distanza siderale dai problemi reali, tenuto anche conto del fatto che le ultime promozioni concesse a dicembre del 2020 sono retroattive, e quindi pagate, da marzo dello stesso anno. Uno schiaffo a tutta la comunità”.

La notizia (fonte: Agenzia Dire)

ESPOSTO CGIL A CORTE CONTI SU NOMINE DIRIGENTI AMA E AUMENTI STIPENDI. “NON RISPETTATE NORME SU OBBLIGO CONCORSI E SELEZIONI”

(DIRE) Roma, 11 feb. – Nomine a dirigenti e aumenti di stipendio superiori a quanto previsto dal contratto nazionale senza concorsi ne’ selezioni interne, senza coinvolgere i sindacati e in alcuni casi ignorando i risultati negativi emerse dall’assessment aziendale, cioe’ la valutazione del personale. Sarebbe accaduto in Ama dal marzo del 2020, secondo la Fp Cgil di Roma e Lazio, che su questo ha presentato un esposto alla Corte dei Conti del Lazio per valutare l’esistenza di un danno erariale. L’anno zero nel documento firmato dall’avvocato Michele Bonetti, e visionato dall’agenzia Dire, e’ il 23 marzo 2020 quando, in piena pandemia da Covid 19, Ama notificava ‘al responsabile del servizio Logistica, Flotta e Contenitori (responsabile SELFC), Antonella Fiore, al responsabile del
servizio Impianti (responsabile SEIMP), Emanuele Lategano, e al direttore operativo, Stefano Bianchi, tre provvedimenti a firma dell’amministratore unico, Stefano Zaghis’ attraverso i quali ‘si riconosceva ad ognuno dei destinatari un aumento retributivo’.
In particolare ‘nei primi due casi si trattava di due Quadri e si fissava una retribuzione annua lorda pari ad euro 75.000, con un incremento mensile da indennita’ di funzione pari ad euro 1.003,80 per il responsabile SEIMP (annualmente pari ad euro 12.046,08, che portano la retribuzione annua originaria di euro 62.953,92 ai citati 75.000) e pari ad euro 1.398,96 per il responsabile SELFC (annualmente pari ad euro 16.787,53 che portano la retribuzione annua originaria di euro 58.212,00 ai citati 75.000 euro); per la terza figura invece, quella dirigenziale di direttore operativo,mai fissava una retribuzione annua lorda pari ad euro 117.000′.

Per la Fp Cgil si tratta di ‘aumenti retributivi occulti basati su un assessment che, benche’ riconosciuto dall’amministratore Zaghis in varie dichiarazioni alla stampa nazionale, in cui ne faceva addirittura risalire l’avvio al 4 novembre 2019, a circa un mese dal suo insediamento, non e’ mai stato presentato alle organizzazioni sindacali’. Questo tipo di valutazione del personale di Ama ‘risulta artatamente atto a valutare i Quadri e i Dirigenti aziendali, e, nel caso sopra richiamato, ha addirittura consentito di collocare Quadri aziendali in posizioni precedentemente occupate dai Dirigenti e con retribuzioni ben superiori a quelle previste dal CCNL Servizi Ambientali Utilitalia (retribuzione base parametrale mensile lorda di 3.359,90 euro)- si legge nell’esposto che la Dire ha preso in visione- eludendo cosi’ le norme contrattuali e garantendo a personale dipendente, coperto dunque da tutele specifiche, retribuzioni pari a quelle dei Dirigenti’. 

Ma c’e’ di piu’. Perche’ il 7 agosto 2020 ‘ancora una volta Ama, sempre con lettere individuali e senza rispettare le norme contrattuali, riconosce ulteriori indennita’ occulte, pari a ben 8.000 euro annui, ad alcuni selezionati dipendenti, questa volta capi area, con corresponsione retroattiva all’1 marzo del 2020; ed ancora una volta le sigle sindacali Cgil Roma e Lazio ed Fp Cgil, del tutto escluse dall’iter al pari di quanto avvenuto in precedenza, tornano ad essere l’unico mezzo di diffusione di tale informazione tutt’altro che trasparente’. Secondo il sindacato, la municipalizzata non si sarebbe fermata qui: ‘In alcuni casi persino a prescindere dai risultati negativi registrati dal medesimo (assessment, ndr), tra l’agosto e il novembre 2020, pare siano state effettuate almeno sei ulteriori progressioni verticali di cui 4 promozioni a dirigente (una delle quale vede come protagonista il gia’ responsabile SELFC che nel marzo 2020 da Quadro aveva ricevuto la maggiorazione retributiva sopra descritta e l’immotivato trattamento dirigenziale) e 2 a Quadro, con retribuzioni di accesso anche in questo caso ben superiori a quanto previsto dal CCNL, pari a 60.000 euro’.

Anche in questi casi ‘si e’ operato senza le necessarie selezioni interne, senza che tali figure siano previste nel piano assunzionale, ed anzi a seguito di una puntuale contestazione delle organizzazioni sindacali circa la pubblicazioni, nell’aprile del 2020, di una selezione esterna per 3 Quadri e 2 Dirigenti, non prevista dagli accordi sui piani assunzionale’. Peraltro la vicenda potrebbe non esaurirsi con questi provvedimenti: ‘Quelle citate sono solo le progressioni verticali note, poiche’ in assenza di informativa sindacale adeguata su tutte le progressioni, orizzontali e verticali, operate a seguito dell’assessment, non e’ possibile un report complessivo e
puntuale’.Tutto questo, secondo la Cgil, in spregio di diverse norme. A cominciare dal Testo unico sulle societa’ partecipate e delle ‘Norme sul ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche’: ‘Risulta pacifico l’onore di Ama- prosegue l’esposto in possesso dell’agenzia di stampa Dire- di esperire procedure concorsuali o selettive nel rispetto dei principi di cui al dlgs 165/2001, pena la nullita’ della nuova assunzione o del nuovo inquadramento, ma altresi’ la responsabilita’ contabile del funzionario. La ratio della disposizione pare oltremodo chiara, ovvero scoraggiare il clientelismo in ambiti posti sotto l’egida della mano pubblica, sottoponendo alla vigilanza e garanzia dei principi di matrice pubblicistica il cruciale momento del reclutamento del personale’. Non solo. Proprio citando una sentenza della Corte dei Conti del Lazio, il legale del sindacato ha sottolineato che ‘la violazione del principio di concorsualita’ per l’accesso all’impiego e/o la progressione di carriera presso la societa’ a controllo pubblico si configura quale fattispecie suscettibile di ingenerare un danno erariale’.

E anche per quanto riguarda la ‘valorizzazione’ dei dipendenti. Secondo la Fp Cgil questa deve avvenire attraverso delle selezioni e per un limite ben preciso, in base a quanto previsto dal decreto Madia, ‘il quale per gli anni 2018/2020 ha previsto specifiche modalita’ di progressione verticale, al fine i valorizzare le professionalita’ interne operate nei limiti delle vigenti facolta’ assunzionali, mediante procedure selettive, ed il cui numero non puo’ superare il 20% di quello previsto nei piani di fabbisogni come nuove assunzioni consentite per la relativa area o categoria’. Anche in questo caso ‘pertanto, e’ prevista la progressione di carriera mediante selezione, del tutto ignorata da Ama’.
Per questo motivi la Cgil ha chiesto alla procura regionale della Corte dei Conti del Lazio di ‘svolgere un accertamento sulla congruita’ dell’azione della direzione di Ama S.p.A, con particolare riferimento alla gestione delle risorse economiche a disposizione dell’istituto ed impiegate negli incrementi retributivi di cui sopra ed alle progressioni di carriera poste in essere a partire dal marzo 2020, nonche’ alle eventuali responsabilita’ erariali riconducibili ai referenti della societa’ medesima e di ogni altro ente pubblico collegato alla Ama’.

Il riferimento nemmeno troppo velato e’ a Roma Capitale. All’epoca dei fatti la Cgil, insieme agli altri sindacati, scrisse alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, lamentando la ‘portata lesiva dell’assessment nei riguardi della collettivita’ dei lavoratori’ le cui ‘carriere sono bloccate e i cui premi di produzione sono fermi in assenza dell’approvazione dei bilanci 2017 e 2018’. Pertanto ‘Ama non solo ha deliberatamente ignorato gli iter inclusivi che vedono la concreta partecipazione dei sindacati ai tavoli decisionali piu’ delicati, ma ha altresi’ coscientemente portato avanti una condotta che sapeva essere lesiva dei lavoratori nonche’ profondamente inegualitaria laddove, a dipendenti le cui carriere ed i cui premi di produzione sono stati bloccati, si affiancano dipendenti aventi un inspiegato trattamento dirigenziale e un aumento retributivo frutto di una procedura affatto trasparente’.

Una circostanza che secondo la Cgil ‘merita di essere letta anche in riferimento alla condotta inerte di Roma Capitale, azionista unico di Ama ed ente locale chiamato ad esaurire, sulla societa’ destinataria della gestione del servizio in house, quel controllo analogo che e’ alla base della partecipazione pubblica all’azienda, che giustifica affidamento diretto del servizio alla societa”. Insomma, per il sindacato e’ ‘evidente come l’assoluto mancato controllo sul costo del personale da parte di Roma Capitale, cristallizzi un’illegittima inerzia che, da un lato, indirettamente avalla condotte pregiudizievoli dei dipendenti della societa’, dall’altro soprassiede all’espletamento di tutta l’attivita’ di coordinamento e vigilanza che costituisce la ratio stessa dell’affidamento del servizio ad Ama’.