La questione dei 70 precari dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari, è ancora aperta. Oggi le lavoratrici e i lavoratori hanno protestato sotto al Ministero della Salute: “Dopo l’ultima proroga ottenuta per due mesi, da ottobre a dicembre 2020, è quantomai urgente definire a livello normativo il percorso di stabilizzazione per chi, al fianco delle 146 unità stabili all’interno dell’Agenzia, si occupa da anni di portare avanti le attività”, dichiarano Paolo Terrasi, Marco Giobbi e Angelo Angritti, responsabili di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio.
“Con l’emergenza Covid-19, all’Agenzia sono stati affidati ulteriori compiti di supporto tecnico operativo alle regioni, circa la riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale. Chiediamo al ministro Roberto Speranza l’impegno a sostenere in Commissione bilancio l’emendamento che riguarda la stabilizzazione dei 70 lavoratori”, proseguono i sindacalisti.
“L’emendamento in questione, infatti, definisce modalità e risorse aggiuntive per consentire l’assunzione a tempo indeterminato dei precari storici dell’agenzia, impiegati anch’essi nel complessivo sistema dei servizi pubblici alla salute. Dove è prioritario tornare ad investire: tra le ragioni dello sciopero di ieri, le politiche assunzionali e l’avvio di un piano straordinario per l’immissione di professionalità e risorse stabili all’interno della PA è una rivendicazione centrale, per ridare slancio e forza ai servizi pubblici”, aggiungono Terrasi, Giobbi e Angritti.
“Siamo stati ricevuti al Ministero, ma non è stato possibile un confronto diretto col ministro Speranza. È quantomai necessario che si sostenga, nel complesso degli interventi relativi alla sanità pubblica, anche questa vertenza, una tra le più importanti battaglie aperte per il superamento del precariato in ogni ambito dei servizi pubblici, a partire dalla sanità, che ricordiamo nel Lazio riguarda il 10% del comparto. *Per questo ci aspettiamo dal ministro una dichiarazione risolutiva a cui facciano seguito fatti concreti in tempi brevi. Fino ad allora la mobilitazione non si fermerà”, concludono.
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