“La presentazione delle linee guida per il piano regionale rifiuti del Lazio è di per sé una buona notizia. Viene meno uno degli alibi che ha impedito finora di superare le annose questioni legate al ciclo dei rifiuti e all’autosufficienza dei territori in tema di smaltimento e recupero, impedendo un confronto serio e responsabile tra le stesse istituzioni locali”.
Così commentano Michele Azzola e Natale di Cola, rispettivamente Segretario Generale della Cgil e della Fp Cgil di Roma e del Lazio: “Un passo avanti che deve ora trovare concretezza: approfondiremo il testo presentato e auspichiamo che nel percorso di definizione, prima che il Consiglio lo approvi, si apra il confronto con il sindacato e vengano recepite le nostre osservazioni”.
“Perché raggiungere gli obiettivi del piano e portare Roma e il Lazio verso una vera economia circolare, investendo nel recupero di materia e nella progressiva riduzione dei rifiuti non trattabili, è possibile non solo coinvolgendo chi rappresenta il mondo del lavoro, ma anche sensibilizzando i cittadini e rendendo continuo il confronto con le comunità locali. Sulla riconversione e riqualificazione dell’impianto di Colleferro, che abbiamo sempre sostenuto, si apre finalmente un percorso certo, prevedendo l’apertura del nuovo impianto per il 2021”.
“La definizione degli Ato – proseguono i Segretari Generali – le autorità di ambito territoriale, è una novità che dovrà essere costruita e resa operativa, con chiare responsabilità e competenze, per rendere effettivo il percorso verso l’autonomia dei singoli territori e maggiore il controllo sul sistema di appalti nell’igiene ambientale, dove c’è ancora molto da fare per la legalità e il contrasto alle infiltrazioni criminali. Ne beneficeranno insieme le comunità locali, i servizi e i lavoratori, spesso costretti a operare in scarsità di mezzi e condizioni di sicurezza aberranti”.
“Il tema dell’autosufficienza nella gestione dei rifiuti non è solo della Capitale, per quanto – per dimensioni e produzione, da sola il 60% del totale – sia con tutta evidenza il più ingombrante. Su questo – concludono – è necessario che si acceleri il confronto sul piano industriale di Ama e sui temi ancora aperti, come la tenuta finanziaria e il rilancio della partecipata, per uscire dall’emergenza continua e tornare a investire su mezzi, personale, riqualificazione degli impianti. Ma si dovranno trovare spazi di confronto in ogni territorio, dove istituzioni locali e sindacati possano condividere le scelte sulla gestione del ciclo dei rifiuti, tenendo insieme l’efficacia dei servizi con la legalità e la tutela del lavoro”.