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È stato di agitazione all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali per i circa 70 precari “storici”, con contratto a tempo determinato, per i quali da tempo è aperta la definizione di un percorso di stabilizzazione che consenta di riconoscere gli anni di servizio prestati. Legati agli incarichi acquisiti dall’Agenzia con il decreto 35 del 2019, per lo specifico supporto al Commissario ad acta e ai Commissari sanitari della Regione Calabria, per la loro stabilizzazione nei mesi scorsi sono state individuate e proposte soluzioni normative che però non hanno trovato definizione.

Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio proclamano quindi lo stato di agitazione del personale: “è imminente la scadenza dei contratti a tempo determinato di questi lavoratori. Abbiamo atteso fiduciosi che ci venisse prospettata una soluzione immediata per assicurare quantomeno la proroga dei contratti delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Agenzia, ma ancora nulla è stato fatto. Chiaramente l’obiettivo fondamentale è e rimane la stabilizzazione definitiva del personale, attraverso l’applicazione delle norme vigenti o la previsione di specifiche norme nei prossimi provvedimenti normativi”, dichiarano le tre sigle.

“Va evidenziato il ruolo di primaria importanza svolto dal personale dipendente a tempo determinato, insieme agli altri lavoratori dell’Agenzia, per il coordinamento della sanità nazionale nella gestione della fase di piena emergenza Covid-19. Il loro apporto professionale, soprattutto in questo momento di nuova emergenza, è indispensabile e sarebbe paradossale perdere ora risorse essenziali all’interno del sistema sanitario nazionale, specie impiegate in funzioni legate al raccordo e al coordinamento tra Stato e Regioni”, proseguono i sindacati.

“I vertici dell’Agenzia, e lo stesso Ministro della Salute Roberto Speranza, sono chiamati a porre attenzione a questo gruppo di lavoratori, riconoscendo loro il valore della loro professionalità e il giusto diritto alla stabilizzazione, dopo tanti anni di precariato”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.

 

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