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La Certosa di Trisulti è ancora oggi nelle mani dell’associazione di Bannon e della scuola “sovranista”. Una ferita aperta dal 2018 e ancora non risolta, nonostante il Mibact abbia aperto la procedura di revoca della concessione, a cui l’associazione affidataria, la DHI, riconducibile a Bannon, si è opposta, ricevendo sentenza favorevole dal TAR di Latina nei mesi scorsi. 

La vicenda giudiziaria è ancora in corso: il MiBACT annuncia ricorso al Consiglio di Stato mentre il presidente della DHI, Benjamin Harnwell, è indagato dalla Procura di Roma per falso e turbativa d’asta.
La DHI, sprovvista dei requisiti richiesti dalla concessione (come l’esperienza quinquennale nel settore della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale), è in mora per il versamento della quota dovuta di manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura (di soli 100 mila euro) che sostituisce ogni forma di canone. Il cantiere di restauro della Sala Capitolare, degradata e inaccessibile per la mancata manutenzione, è stato aperto solo grazie alle somme dell’Art Bonus e a un finanziamento della Regione Lazio.
“Con l’arresto per frode di Bannon, avvenuto in questi giorni in America, torna di attualità il tema delle concessioni. La Certosa di Trisulti, plesso medioevale di 800 anni nel cuore della Ciociaria, è il simbolo di decisioni politiche a cui viene sottomessa la gestione dei beni dello Stato a cui, in questo caso specifico, si aggiungono l’opacità delle finalità dell’associazione e della sua effettiva collocazione nel quadro politico.
Trisulti, come i tanti tesori artistici e architettonici del patrimonio pubblico di tutti noi, non può e non deve essere ceduta a privati per scopo diverso dalla sua tutela e valorizzazione.
Il sistema politico provveda a rettificare la stortura in atto e a restituire alla cittadinanza un gioiello del nostro patrimonio culturale”, dichiara la Fp Cgil di Roma e del Lazio.

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