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Sono centinaia le assemblee svolte in queste due settimane da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil PA in sanità, funzioni centrali, enti locali di Roma e del Lazio, per discutere con le lavoratrici e i lavoratori della piattaforma per il rinnovo del contratto e dei temi cardine della campagna nazionale “Rinnoviamo la PA”, partita con lo sciopero del 9 dicembre scorso.

“Migliaia di lavoratori hanno condiviso e discusso le proposte delle piattaforme per i rinnovo, con i punti di avanzamento per noi imprescindibili che dovranno contenere i nuovi CCNL, scaduti da tre anni, e le questioni complessive e più urgenti per rilanciare i servizi pubblici e consentire alla PA un vero cambio di passo: assunzioni, stabilizzazioni, sicurezza, innovazione”, dichiarano Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia, Sandro Bernardini e Maurizio Narcisi, segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio, Uil Fpl Roma e Lazio e Uil Pa Roma e Lazio.

                                                               

“Dalle questioni specifiche su revisione del sistema di classificazione e progressioni di carriera, al sistema indennitario e alla contrattazione decentrata, all’effettivo ruolo degli organismi paritetici e degli RLS, al centro deve essere messo il lavoro, la sua valorizzazione, la garanzia di sicurezza”, proseguono.

“Alle vuote retoriche, che in un attimo portano i lavoratori pubblici da eroi a privilegiati, o peggio ancora fannulloni, preferiamo azioni concrete e prospettive di lungo termine per risolvere l’insieme delle criticità che hanno impoverito il sistema pubblico, nella regione come in tutto il paese. Si tratta di dare valore al lavoro, e di restituire ai cittadini servizi efficaci. Durante questi mesi i servizi pubblici si sono retti grazie a chi ha dato il massimo, spesso in condizioni di rischio, dalle prime linee delle strutture sanitarie, alle nostre strade, nelle scuole e negli uffici, pagando in prima persona le disomogeneità e i ritardi nell’applicazione dei protocolli di sicurezza, spesso ammalandosi, in luoghi di lavoro senza percorsi definiti o in carenza di dispositivi. Oppure coprendo le carenze di regolamentazione, umane e strumentali registrate con l’attivazione ex lege dello smart working. La definizione contrattuale del lavoro agile dopo l’emergenza si lega al complessivo investimento sull’innovazione e la dematerializzazione dei processi: per arrivare a una PA efficace, snella e in grado di accelerare risposte a cittadini e imprese, serve attivare ogni leva, dalle strumentazioni alla formazione continua”, continuano Cenciarelli, Chierchia, Bernardini e Narcisi.

Ma nulla può cambiare davvero senza un potenziamento straordinario degli organici: dopo anni di tagli e disinvestimenti, le carenze sono allarmanti, e i lavoratori in servizio sono pochi e con un’età media elevata. In totale, in tutti i settori si contano 300 mila vuoti di organico, e 500 mila lavoratori sono prossimi ad uscire dal sistema pubblico. I nuovi concorsi previsti, stante la possibilità di rimodularne lo svolgimento in sicurezza, potranno a malapena compensare i pensionamenti, senza recuperare il gap storico. Solo in sanità, per questa regione, mancano ancora almeno 10 mila unità, su tutti i profili professionali. Ma anche i servizi fiscali e previdenziali, nella giustizia, negli enti locali, serve assumere e stabilizzare. Le proroghe ottenute non bastano: serve fare di più per garantire un futuro a chi ha operato per i servizi pubblici in forma precaria, e sono più di 170 mila. Un fenomeno così esteso che per l’Italia è stata aperta una procedura di infrazione da parte della Commissione europea”, aggiungono i segretari generali.

“Ora è quantomai urgente che si aprano le trattative per il rinnovo dei contratti e Governo e Regione affrontino il tema delle risorse. Investire nel lavoro pubblico, lo ricorderemo sempre, non è tutelare un privilegio, ma restituire dignità a chi opera al servizio dei cittadini, migliorare i servizi e dare forza al pubblico come motore della ripresa e del buon funzionamento del paese. È una battaglia di tutti”, concludono.

LA LOCANDINA

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