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“E’ di stanotte l’ennesima aggressione e devastazione all’interno di uno dei più grandi nosocomi di Roma. Fortunatamente né lavoratori né cittadini sono stati coinvolti o feriti, grazie all’intervento della sicurezza interna e delle forze dell’ordine”, così in una nota la Fp Cgil di Roma e Lazio interviene su quanto accaduto oggi al Pronto Soccorso dell’Ospedale S. Camillo Forlanini.

“Al netto dei fatti specifici e delle dinamiche che saranno accertate, l’attenzione va al tema complessivo della sicurezza del personale sanitario. Prima, molto prima dell’emergenza Covid, abbiamo posto a tutti i livelli il tema della sicurezza e delle aggressioni, che troppo spesso accadono nei pronto soccorso e nei reparti degli ospedali, a Roma come ovunque. Le nostre proposte sono state portate in Senato come al Ministero della Salute, e riguardano la disposizione di obblighi più stringenti e maggiori investimenti per le aziende sulla sicurezza, programmi di prevenzione, formazione specifica. Abbiamo predisposto per i lavoratori punti di ascolto e vademecum informativi, per fornire ai lavoratori supporto e indicazioni, ma è evidente che ovunque, specie nei plessi più grandi e di riferimento nel territorio e nel Paese per la cura e la specializzazione, le condizioni di sicurezza dei lavoratori e la capacità di risposta ai bisogni di salute dei cittadini siano due temi inscindibili e debbano essere centrali nelle scelte delle singole aziende sanitarie. La sicurezza è tra le priorità, per pazienti e lavoratori, tanto quanto gli investimenti economici e l’apertura straordinaria alle assunzioni”, prosegue la Fp Cgil.

“Con l’emergenza COVID, le procedure e i protocolli sono cambiati, così come gli accessi a reparti e PS. Da una parte si sono verificate minori pressioni sull’accoglienza, dall’altra, la predisposizione di diversi percorsi e modalità d’accesso per la prevenzione dei contagi e la dovuta tutela dei pazienti, non ha tenuto in dovuto conto l’altrettanto fondamentale aspetto del controllo e un parallelo intervento in maggiore sicurezza.

Sono state distrutte strumentazioni importanti e costose, che costituiranno un aggravio economico e una temporanea non capacità di erogare determinate prestazioni: un costo sociale per tutti, oltre che economico per l’Azienda e per l’intero SSR, già sotto pressione per gli anni di commissariamento e piani di rientro.

Esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori della vigilanza coinvolti, al personale sanitario, all’Azienda e agli attuali pazienti e visitatori dell’ospedale”, conclude il sindacato.

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