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Proiettatelo sulle vostre vite prima di giudicare: siete nel vostro ufficio, nel vostro posto di lavoro, immersi nella vita di tutti i giorni, e spuntano con le telecamere, vi riprendono per poi mettervi alla berlina in prima serata.
 
Ai lavoratori di AMA sta capitando troppo spesso. E non sono i dirigenti a dover spiegare. Sono loro, quelli che scendono in strada, da anni senza mezzi e con ranghi ridotti, costretti a raccogliere manualmente i rifiuti. Da mesi mandati a lavorare senza divise. Additati a pubblica vergogna, indicati come la causa di tutti i mali. Rei, ad esempio, di aver preso un caffè o di usare il cellulare. Come se quella pausa non spettasse a loro come ad ogni altro lavoratore (voi non la fate le pause?) o se quel cellulare non fosse una dotazione aziendale, usata per consuntivare il servizio.
 
Da settimane il programma "Le Iene" continua a inseguire e riprendere operatori di AMA. In un servizio hanno persino divulgato immagini con i volti dei lavoratori. Pensiamo sia una violenza gratuita, una lesione dei loro diritti.
 
Dopo la segnalazione di due nostri iscritti, ripresi contro il loro consenso, abbiamo diffidato tramite i nostri legali la redazione dal procedere con certi metodi.
 
Il diritto di cronaca è sacrosanto. Ma non prevede l'umiliazione delle persone.
 
L'effetto di questa campagna contro AMA e soprattutto contro i suoi operatori è dirompente: la gente per strada continua a prendere di punta gli operai e si sta diffondendo l'idea che sia inutile differenziare.
 
È grave che nessuno in direzione AMA abbia ritenuto necessario intervenire, metterci la faccia. Che non abbia preteso di rettificare quando sono state riportate informazioni distorte o che, in caso di errori, non abbia spiegato come si intende procedere per correggerli.
 
L'azienda dovrebbe poi tutelare la dignità dei propri dipendenti, patrocinare i lavoratori sbattuti in prima serata senza nemmeno il volto oscurato, nel caso in cui vogliano procedere per le vie legali (in sua assenza, li assisteremo noi). Va difeso chi, avendo come uniche colpe quelle di fare il proprio lavoro e di indossare una divisa AMA, viene gratuitamente umiliato e additato a pubblica vergogna.
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