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I mercati rionali sono una realtà importante nella Capitale. Luoghi che vivono dentro i quartieri, spazi di socializzazione, posti di lavoro per gli esercenti. In alcuni casi pezzi di storia.

Ma per gli operai AMA sono una vera e propria condanna. La cattiva organizzazione li obbliga di fatto a differenziare manualmente i rifiuti: non sono state previste modalità per permettere ai commercianti di differenziare (nemmeno per l'umido); le procedure esistenti, a dire il vero abbastanza esili, non vengono rispettate da Roma Capitale e la Polizia Municipale in assenza di disposizioni chiare non presidia la chiusura dei mercati, non transenna, non garantisce la sicurezza degli operatori.

Il risultato della cattiva organizzazione sono pessime condizioni di lavoro e pessimi risultati dal punto di vista del decoro. I rifiuti abbandonati a terra, per quanto si intervenga per tempo e con sforzi inspiegabili per un'attività di routine, si spargono per i quartieri (con buona pace degli operatori che, per quanto possano provare a tamponare i danni, stanno facendo altro e non possono evitarlo con questa organizzazione del lavoro).

Oggi abbiamo scelto Piazza Ankara (guarda il video), centro di Roma, tra Ponte Milvio e Piazza del Popolo. Ma le stesse criticità (in alcuni casi più allarmanti viste le dimensioni di altri mercati) sono riscontrabili altrove: da Porta Portese - "Ogni maledetta domenica" per dirla con Al Pacino - passando per Via Olanda e Campo De' Fiori, fino ad arrivare in periferia i problemi sono gli stessi, i disagi enormi, le condizioni di lavoro inaccettabili.

Servirebbe un raccordo tra Municipi, Polizia Municipale ed Ama, per garantire pochi accorgimenti e un'organizzazione modulata in base alle esigenze del territorio. Il rifiuto dovrebbero differenziarlo i commercianti e conferirlo in appositi bidoni o cassonetti: umido, plastica, carta, vetro e indifferenziato. Bisognerebbe garantire anche la possibilità ai cittadini che frequentano questi spazi di gettare i rifiuti. La Polizia Municipale dovrebbe arrivare prima della chiusura, garantire che i commercianti smettano di esercitare oltre gli orari consentiti, transennare per mettere in sicurezza. A quel punto sarebbe più semplice raccogliere i rifiuti, spazzare e permettere alle società che operano in appalto di effettuare il servizio.

E soprattutto si eviterebbe che - tra gabbiani, vento e cumuli - i rifiuti si disperdano nelle strade.

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