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“Roma è sporca. Non è una domanda, è una realtà. Le dichiarazioni pasticciate dell’AU di AMA Stefano Zaghis, apprese dalla stampa a commento del sondaggio della rivista americana Time Out, che riporta Roma tra le città più sporche del mondo, non fanno che rimarcare l’inadeguatezza dell’attuale Amministratore e il tentativo ripetuto di mascherare una realtà che è ormai innegabile. Siamo di fronte agli effetti disastrosi, a livello ambientale e sanitario, così come sulle condizioni di lavoro, di una gestione fallimentare e inefficiente, che in 5 anni non ha saputo dare slancio e soluzioni concrete alle criticità del sistema, e oggi lascia un’eredità ancor più pesante ai cittadini della Capitale e a chi la governerà”, così Natale di Cola, Cgil Roma e Lazio, e Giancarlo Cenciarelli, Fp Cgil Roma e Lazio.

“Zaghis farebbe bene a tacere: non è con la stampa che si difende “ la più grande azienda di igiene urbana d'Europa” e il “lavoro di migliaia di operatori ecologici”. L’Azienda è stata volutamente sottodimensionata e paralizzata: in questi anni le condizioni di lavoro sono peggiorate, e per l’inefficienza del management i lavoratori sono stati lasciati soli a compensare le mancate direttive sull’organizzazione del lavoro e sullo stato degli impianti, sempre più al limite della sicurezza, e non solo per la gestione dei protocolli in pandemia. Relazioni sindacali difficilissime, e risposte insufficienti: la mancanza di programmazione ha portato al disastro attuale, e sui lavoratori ricadono anche le esasperazioni dei cittadini per l’inefficienza del servizio. Nulla di concreto è stato fatto per tutelarli dalle continue e sempre maggiori aggressioni”, proseguono Di Cola e Cenciarelli.

“La crisi ciclica dei rifiuti di Roma e del Lazio, e le ripercussioni su tutto il sistema, non hanno trovato in 5 anni alcun impegno politico chiaro da parte di Roma Capitale e nessun piano industriale degno di questo nome, con la predisposizione di investimenti seri per il raggiungimento dell’autosufficienza impiantistica e della chiusura del ciclo. A Roma si è scelto di non scegliere. Oggi AMA ha meno impianti, la bagarre sulle discariche – una parte del problema – ha distratto strumentalmente dalle vere responsabilità politiche di chi pesa per il 70% sulla complessiva produzione di rifiuti dell’intera regione”.

“La “complessità” di Roma non è un aspetto dietro cui nascondersi ma una realtà che richiede scelte politiche e aziendali all’altezza: Zaghis dovrebbe interrogarsi se a questa sfida sia stato e sarà in grado di dare risposta. Continuiamo a sostenere che all’azienda pubblica dei rifiuti serva una dimensione industriale, di portata regionale, e investimenti che mirino alla sostenibilità e alla chiusura del ciclo, per evitare ricadute sull’intero sistema regionale e sugli altri territori, e per uscire dall’onerosa e inefficiente dipendenza da privati e altre regioni. Fino ad oggi, questo non è accaduto, e l’amministratore di Ama, così come la Sindaca Raggi, ne hanno la piena responsabilità”, concludono i sindacalisti.

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