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Proprio oggi, 24 febbraio 2021, sono usciti altri due reperimenti (come sempre mai discussi al tavolo aziendale) per III e IV livelli (Ods 22 e 23), che non permetto ai lavoratori di Linea Verde, Centrale Operativa e Tari di partecipare.

Lo riteniamo un fatto grave, come sono state gravi le esclusioni da alcuni reperimenti (o, peggio ancora, alcuni reperimenti bloccati per evitare che un posto venisse assegnato) dei lavoratori del Nucleo Accertatori o delle Zone territoriali.

L’azienda sostiene che questi settori sono strategici e non possono essere privati di personale. E’ un argomento che ha una sua logica. Ma allora (lo stesso esempio si potrebbe fare, nel settore operaio, per gli impianti) se sono settori così strategici, l’AMA, vuole fare qualcosa, dare un segnale, un segno di vita, per tutelarli e valorizzarli? Se il loro lavoro è così essenziale, possibile che non ci sia una contropartita o anche solo una maggior cura, dagli ambienti di lavoro passando per l’organizzazione e la crescita professionale, per questi settori? Se sono così strategici dovrebbero anche essere ambiti, non delle gabbie. I lavoratori di quei settori dovrebbero essere orgogliosi, non sentirsi esclusi.

Da anni ci sono domande che aspettano risposta:

- sugli ambienti di lavoro degli uffici Tari, i cui lavoratori sono esposti a costanti sollecitazioni;

- sull’indennità di sportello per chi fa front office;

- sui filtri all’accesso e sulla registrazione delle telefonate degli utenti di Linea Verde, vero e proprio sfogatoio, con gli operatori costantemente esposti a offese e minacce;

- sulla riorganizzazione delle postazioni per i settori di cerniera tra utenti e azienda, i cui ambienti di lavoro non sono idonei e in alcuni casi sono dannosi per la salute;

- sul futuro degli impiegati di zona, di fatto usati per anni, poi privati di parte delle loro attività con l’ingresso del Sap, senza prospettive di carriera;

- sugli organici ridotti all’osso, tanto per la Tari, quanto per Centrale Operativa, Linea Verde e Nucleo Accertatori, settori utili e che andrebbero dotati di più unità per migliorare qualità del lavoro e del servizio.

Una prima risposta per questi lavoratori andrebbe data con l’accordo (si spera) sullo smartworking, che dovrebbe contenere una sezione dedicata al telelavoro, per i lavori non smartizzabili. Lo smartworking è in generale il terreno su cui bisogna provare a tirar fuori AMA dall’obsolescenza, provare a modernizzarla. Lo smartworking può essere davvero uno strumento per digitalizzare, semplificare, migliorare l’organizzazione del lavoro. Si dovrebbe partire proprio da qui per tentare un balzo in avanti in termine di innovazione e benessere organizzativo.

Ma soprattutto AMA dovrebbe iniziare a dimostrare con i fatti l’importanza di questi settori, non farli percepire come una punizione.

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