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Con una nota a Roma Capitale, ai municipi e alla Prefettura, Cgil Cisl Uil sottolineano la necessità di chiarezza e coordinamento delle attività di riconversione dei servizi sociali, socio assistenziali ed educativi affidati in appalto al privato sociale e ora sospesi.

In base a una comunicazione di Roma Capitale pervenuta agli affidatari, senza confronto con il Sindacato, “alcuni organismi stanno contattando il personale dei servizi ora sospesi per proporre attività alternative”.

Si richiamano gli articoli 47 e 48 del decreto Cura Italia, in particolare laddove – si legge nella nota – “la riconversione, anche solo parziale, dei servizi fa decadere la possibilità dei datori di lavoro di poter ricorrere agli ammortizzatori sociali da applicare al proprio personale”.

A oggi, nonostante le due note inviate delle sigle sindacali, Roma Capitale non ha ufficialmente comunicato come intende applicare quanto previsto dall’art. 48. “Il danno economico eventualmente ricevuto dal personale a cui saranno convertiti solo parzialmente i servizi e le relative ore lavorate, potrà considerarsi a carico del datore di lavoro che dovrà comunque garantire il pagamento di una percentuale non inferiore a quella prevista dagli ammortizzatori sociali di cui all’art. 19 del DL 18/2020”, concludono Cgil Cisl Uil.

La nota inviata il 30 marzo

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