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Il Canile Comunale della Muratella sembrava avere il destino segnato dal proprio passato. Per anni teatro di speculazioni e gestioni approssimative contro cui abbiamo lottato, quando fini nelle mire del duo criminale Buzzi- Carminati, che tentarono di accapararsi la gestione, divenne un pezzo di Roma da nascondere, da cancellare. Si arrivò, unico caso di quella triste stagione, a lasciarlo senza gestione abbandonando la struttura con dentro cani e gatti malati, feriti, senza cure e senza cibo. Le lavoratrici e i lavoratori decisero di non arrendersi alla decisione degli uffici comunali. di abbandonarlo, di fare finta che non ci fossero 600 cani da accudire e a cui provvedere e 100 operatori vittime di speculazione e incompetenza. Diedero vita ad  un poderoso “sciopero alla rovescia” durato oltre 180 giorni in cui si autorganizzarono per mantenere in vita cani e gatti e garantire a migliaia di cittadini (furono oltre 5 mila in cui giorni ad andare in canile per ricevere le prestazioni) un servizio che sarebbe altrimenti morto. Queste lavoratrici e lavoratori non solo non si arresero all’inerzia degli uffici, alle speculazioni, alla incompetenza e per anni hanno elaborato proposte per migliorare il servizio, studiato le pratiche modello in Italia e in Europa e proposto al comune, alle varie amministrazioni che si sono succedute, forme organizzative, modelli gestionali, prestazioni da creare. Finalmente l’attuale Assessora Alfonsi ha deciso di imprimere una svolta, di voler uscire dall’abbandono in cui l’amministrazione ha lasciato degradare un patrimonio importante e nel suo programma troviamo molte assonanze con le proposte dei lavoratori.

Potenziare e migliorare la qualità delle cure per i cani e gatti ospitati, offrire un ospedale veterinario pubblico ai 500 mila cani di proprietà di Roma, conquistare un ruolo attivo nella diffusione di un rapporto sempre più consapevole tra cittadini e cani su cui fondare la lotta al randagismo.

Durante la visita del 2 febbraio al Canile della Muratella l’assessora ha confermato lo stanziamento di 3,5 milioni per i lavori di ristrutturazione e potenziamento, l’aumento dei fondi per la gestione di 1,8 milioni e la volontà di proseguire in un processo di rilancio delle attività e del servizio.

In questo processo vogliamo continuare a contribuire con alcune proposte, alcune sollecitazioni perché siamo convinti che si possa e di debba finalmente approdare a Roma anche in questo campo ad un servizio pubblico di qualità e che guardi al futuro. Pensiamo non solo all’ospedale ma anche al luogo di formazione pubblica per le professioni di educatore cinofilo e assistente veterinario e per le tante e tanti che vogliono fare volontariato con i cani; ad un luogo attento alle necessità di chi ha nel proprio cane e gatto un importante legame affettivo ma non riesce a garantire le cure e il benessere come spesso accade a molti anziani o ai senza fissa dimora. Su questi temi vogliamo proseguire il proficuo confronto con l’Assessora Alfonsi, il cui cambio di passo, la voglia di non abbandonare i cani e i gatti della città e una struttura pubblica importante e di rompere col passato, è per noi già un importante salto di qualità.

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