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Non si sblocca la situazione dei 40 lavoratori dipendenti della GEM Roma srl, in servizio presso il Centro di Educazione Motoria del Comitato Area Metropolitana della Croce Rossa Italiana di Via Ramazzini.

“Il 18 marzo abbiamo proclamato lo sciopero dei lavoratori. Da dicembre a oggi, tredicesima inclusa, nulla è stato loro versato. I lavoratori e le lavoratrici sono alla fame. Ed è inammissibile che, facendo parte del sistema sanitario pubblico, siano così trasparenti, restino inascoltati e senza diritti”, denuncia la Fp Cgil di Roma e Lazio.

“Croce Rossa, in convenzione con il SSR, appalta i servizi alla GEM, poi i lavoratori vengono rilevati da un’altra società, la Gem Roma, di cui, ricordiamo, non c’è traccia all’indirizzo indicato come sede legale. Nonostante richieste di incontro, poi diventate diffide, la comunicazione all’Ispettorato e il tentativo di conciliazione al Prefetto, la Gem Roma scarica la responsabilità a ritroso, sulla Gem, che a sua volta la scarica sulla Croce Rossa, in un contenzioso su ritardi nelle rimesse”, prosegue il sindacato.

“Siamo quasi a metà marzo, e non c’è nessuna ipotesi per risolvere la situazione e pagare gli arretrati, anche solo in parte. Lo stipendio non è un optional, è un obbligo fondamentale di ciascun datore di lavoro: non è possibile che i lavoratori paghino le frammentazioni e le opacità di un sistema troppo poco controllato. Sono alla fame, disperati, e con loro, le loro famiglie. Un’emergenza sociale tra chi ogni giorno garantisce un servizio pubblico essenziale, assistendo le fasce più fragili della cittadinanza. Un comportamento inaccettabile e ancora più vergognoso se si pensa a quanto il personale sanitario e socio sanitario si sia adoperato per far fronte all’emergenza sanitaria dovuta al covid-19 con ancora più professionalità ed impegno, ma, in questo caso, letteralmente senza soldi”, continua la nota.

“Mentre si cerca la strada per portare all’internalizzazione dei lavoratori in Croce Rossa, organizzeremo in occasione dello sciopero del 18 marzo una mobilitazione che dia tutta la visibilità necessaria a far emergere una condizione vergognosa, soprattutto in un’area delicatissima dell’assistenza sanitaria. Specchio della fragilità e delle restrizioni dello spazio pubblico, sia come erogatore che come controllore, nei servizi di assistenza continua ai cittadini più fragili”, conclude la Fp Cgil.

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