“Ormai da tempo assistiamo alla crisi molto profonda dell’Ospedale Columbus di Roma, punto di forza della sanità privata capitolina che ad oggi, dopo circa 4 anni di agonia, rischia di chiudere i battenti tagliando la bellezza di 258 posti letto e mettendo a rischio il futuro professionale di 750 lavoratori”, dichiarano in una nota Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, Segretari Generali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL Roma e Lazio.
“Dopo l’avvio della crisi, datato 2015 – prosegue la nota – la situazione è andata avanti in virtù del subentro della Fondazione Policlinico Gemelli, che attraverso un affitto di ramo di azienda ha di fatto garantito la continuità delle attività del Columbus e di conseguenza la continuità lavorativa delle centinaia di persone impiegate nella struttura e quella dell’offerta sanitaria alla cittadinanza. Il contratto di locazione, tuttavia, scade oggi, 31 ottobre 2019, e non è stata concessa la proroga dello stesso fino al giugno 2020. In questo modo dal 1 novembre prossimo l’Ospedale Columbus chiuderà i battenti, andando a rinforzare in maniera piuttosto pesante il già rilevante problema della carenza dei posti letto e della lunghezza delle liste d’attesa a Roma e nel Lazio. Si andrebbero infatti a bloccare inevitabilmente i ricoveri, le attività ambulatoriali, quelle radiologiche, la dialisi, andando a causare gravissime ripercussioni sanitarie e sociali sulla cittadinanza. Tutto questo senza dimenticare il punto interrogativo relativo al futuro dei ben 750 lavoratori impiegati nell’ospedale”.
“Di fronte ad una situazione tutt’altro che sostenibile – chiariscono i sindacalisti – noi non siamo rimasti certo a guardare e nella giornata di ieri abbiamo dato vita ad un’assemblea di tutti i lavoratori, al fine di cercare insieme le soluzioni concrete ed utili a salvare il futuro dell’ospedale Columbus e dei suoi dipendenti, attualmente sull’orlo di un precipizio. Da questo momento di confronto è emersa la chiara necessità di un intervento risolutivo della Regione Lazio e della Prefettura di Roma, a cui contestualmente abbiamo inviato richieste urgenti di incontro. Non è più possibile che si facciano orecchie da mercante rispetto ad una situazione di tale gravità. Le istituzioni devono intervenire per salvaguardare un’eccellenza della nostra sanità, dando sicurezza a chi per anni ne ha garantito gli alti standard qualitativi: i lavoratori”.