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Liquidazione anticipo Front Office 2021: stato delle trattative

 

In sintesi: come di consueto l’attività di assistenza e informazione all’utenza viene remunerata in anticipo rispetto alle altre e dal 2021 comprende anche alcuni servizi “agili” da remoto. L’Accordo Nazionale del 14.03.2022 – non sottoscritto dalla Fp Cgil perché la descrizione delle attività risulta vaga e perché chiediamo più risorse per incentivare i servizi da remoto – prevede che in aggiunta allo sportello in presenza vengano pagate col Fondo FO anche le prechiamate/CUP e lo sportello virtuale, mentre stabilisce che le richiamate IVR siano pagate con una indennità giornaliera, col Fondo di Sede. La contrattazione locale (eccetto Latina e Frosinone) è in stallo perché parte datoriale propone di pagare tutte le attività con le risorse del Fondo FO – i motivi nel comunicato che segue – decisione che non condividiamo, anche perché determinerebbe una riduzione delle indennità per le attività di sportello, prechiamata/CUP e (dal 2022) sportello virtuale e che appare altresì ingiustificata dal momento che l’attività di richiamata IVR sarà retribuita con apposita indennità in fase di saldo.

 
Nelle scorse settimane sono iniziate le contrattazioni locali per distribuire in acconto (95%) e in anticipo le indennità per i servizi di FO 2021.
Da questa annualità vanno ricompresi anche servizi di assistenza da remoto, come stabilito dall’Accordo Nazionale sui Servizi Agili del 14 marzo 2022, che indica anche le modalità per remunerarli.
In particolare, l’accordo stabilisce di pagare lo sportello in presenza, la pre- chiamata/CUP e la video chiamata/sportello-virtuale con le somme del c.d. Fondo Front Office, mentre prevede che le richiamate IVR siano remunerate con apposita indennità giornaliera a valere sul Fondo di Sede, a saldo.
Gli allegati all’Accordo descrivono il contenuto di queste attività e diversificano la tipologia di assistenza all’utenza.
 
Sin dall’inizio delle trattative locali la Fp Cgil ha chiesto – né più né meno – l’applicazione dell’Accordo.
Accordo che tra l’altro a marzo non avevamo sottoscritto, perché risulta confuso nel definire le prestazioni (i fatti di questi giorni confermano questo giudizio) e perché riteniamo che l’Amministrazione debba investire ulteriormente, in termini di risorse e strumenti, per incentivare l’erogazione agile dei servizi all’utenza, richiesta sulla quale insistiamo.
Ad ogni modo, la nostra lettura – evidenziata alle Dp sin dai primi incontri – è stata poi confermata da una nota della DC Risorse Umane del 26 maggio, emanata in soccorso degli uffici locali che avevano chiesto chiarimenti.
 
Sorprendentemente però, con l’eccezione della Dp di Frosinone e della Dp di Latina (che ha sostenuto di non aver erogato servizi agili da retribuire per il 2021), le altre Dp hanno finora proposto di pagare tutto col fondo Front Office, decisione che determinerebbe un minor importo da distribuire alle attività di sportello in presenza, pre-chiamate Cup e dal prossimo anno (secondo questa logica) anche video-chiamate/sportello-virtuale.
La loro posizione si regge sul presupposto che, purtroppo, in alcuni uffici del Lazio le suddette attività (in particolare le richiamate IVR) sono state organizzate e svolte in modo diverso da quanto stabilito a livello nazionale ed inoltre che oggi risultano difficilmente rendicontabili anche per quanto riguarda il loro effettivo contenuto e quindi impossibili da misurare ai fini della liquidazione, oneri questi in capo alle singole DP.
Da qui l’idea di pagare in pratica “a forfait”, attingendo ad un unico calderone e rinviando al saldo la correzione degli errori, cioè i minori importi che così facendo si corrisponderebbero per sportelli e pre-chiamate. A noi pare il modo peggiore di procedere, soprattutto considerato che i datori di lavoro non hanno neanche manifestato l’intento di voler correggere subito le distorsioni organizzative.
 
Sgombriamo però il terreno da un facile equivoco: tutte le attività di assistenza e informazione all’utenza saranno comunque remunerate, ciò che cambia è solo la fonte da cui attingere le risorse e pertanto la posizione sin qui assunta dalla parte datoriale appare incomprensibile. Ed è quindi la confusione generatasi nell’organizzazione di queste attività che rallenta oggi la liquidazione di queste somme; auspichiamo si chiarisca quanto prima, così da poter pagare il dovuto nel mese di luglio.
 
In questa vicenda meritano menzione a parte le attività di assistenza prestate tramite i canali semplificati (mail, pec) che si sono tradotte nell’erogazione di servizi in back office ma che restano invece fuori da ogni previsione – ed è un errore – nonostante abbiano comunque contribuito a determinare le somme che fanno parte del fondo; altro aspetto che conferma il nostro giudizio critico sull’argomento.
 
Infine, tutto ciò porta a considerare necessaria una riflessione complessiva sulla costituzione e distribuzione del fondo del personale (ancora decurtato da tagli normativi), tenendo conto che la realtà lavorativa negli uffici è cambiata, che sono nate nuove esigenze e che l’obiettivo dev’essere la distribuzione equa delle risorse, basata su una organizzazione ponderata del lavoro, condivisa in modo trasparente coi lavoratori e le lavoratrici delle Entrate nel Lazio, cioè coloro che realizzano in concerto la produzione regionale.