A questo proposito, l’Agenzia ha inviato al personale un modello da compilare per poter chiedere alternativamente:
1) la proroga delle condizioni del proprio accordo individuale in scadenza;
2) la modifica del numero di giorni di lavoro agile sinora svolti.
Nel corso della prima applicazione, nostro malgrado, abbiamo dovuto più volte segnalare inopportune pressioni esercitate su colleghi e colleghe ed un iter di valutazione e approvazione delle istanze di adesione a volte incerto [–> vai ai precedenti comunicati], che speriamo non si ripeta in questa seconda fase.
Sappiamo che non tutti finora hanno potuto indicare liberamente il numero di giornate di lavoro agile e che piuttosto si sono sentiti costretti a proporre ciò che gli veniva dettato dai responsabili d’Area/Ufficio, su istruzioni verbali ricevute dai Direttori Provinciali.
Sappiamo che solo dopo le segnalazioni si è tenuto conto delle necessità dei pendolari a lunga percorrenza, dei genitori o di chi presta cure a familiari, i quali hanno potuto fruire del massimo dei giorni previsti dal Regolamento, ma che paradossalmente altri lavoratori nelle stesse condizioni non ne sono stati informati per tempo e non ne hanno potuto beneficiare.
Sappiamo che alcune Direzioni hanno imposto un massimo di 6 giorni mensili ai colleghi degli Uffici Territoriali e solo 4 giorni mensili ai colleghi degli Uffici Controllo, ai colleghi Capi Team ed ai colleghi POER, senza comprenderne i motivi, né quali positivi risultati ne sono derivati.
Noi crediamo che sia corretto dare attenzione alle citate casistiche, ma ce ne sono altre che ne meritano altrettanta e solleviamo forti perplessità sulla pratica, segnalataci, di alcuni direttori di chiedere informazioni e documentazione sullo stato di salute personale dei lavoratori o dei loro familiari, per supportare una legittima richiesta di giorni di lavoro agile. Non ci risulta che a questo fine i datori di lavoro siano stati finora autorizzati a richiedere dati sensibili.
Consideriamo importante il compito di organizzare e svolgere in modo puntuale il lavoro, ma crediamo che possa essere soddisfatto serenamente anche tramite il lavoro a distanza e riteniamo che dopo l’esperienza di questo primo semestre ci siano le condizioni per sciogliere certi taciti vincoli, osservare e fare tesoro del lavoro svolto e delle segnalazioni che sono arrivate dal personale, per ricercare un nuovo e più stabile equilibrio di conciliazione vita-lavoro. Rispettando i bisogni delle persone, soprattutto.
A questo scopo, ricordiamo che l’adesione al lavoro agile è una scelta volontaria e cogliamo l’occasione per ripetere che ognuno può liberamente indicare nell’istanza il numero di giorni di lavoro agile che necessita, senza che siano necessarie motivazioni particolari; del resto la disciplina dell’Agenzia non elenca casistiche tassative in virtù delle quali si possono ottenere più giorni rispetto ad altre condizioni.
E ancora, se il datore di lavoro legittimamente non condivide l’istanza scritta di una lavoratrice o di un lavoratore, è corretto e logico che i motivi di rigetto vengano forniti per iscritto.
In attesa del confronto sindacale con l’Agenzia, ci auguriamo che le singole Direzioni di Roma e del Lazio si approccino a questa seconda fase con maggiore capacità di ascolto e maggiore lealtà, possibilmente libere da preconcetti e timori, fiduciose dell’impegno e del senso di responsabilità che lavoratrici e lavoratori dimostrano tutti i giorni in condizioni complicate.
Restiamo a disposizione di chiunque avesse bisogno di supporto.
Paolo Falcone