Con la Cgil e tantissime associazioni della società civile, aderiamo alla campagna #IoAccolgo: oggi, per la Giornata mondiale del Rifugiato, esponiamo le coperte termiche, nell’immaginario collettivo simbolo del primo soccorso ai migranti, dal nostro palazzo. La casa delle lavoratrici e dei lavoratori, il simbolo dell’accoglienza e dell’inclusione, del rispetto dei diritti di tutte e tutti.
Contrastiamo con forza gli interventi normativi che stanno progressivamente destrutturando il sistema accoglienza e si fondano su paura, odio, falsi pregiudizi e credenze.
Il fenomeno migratorio è molto meno impattante nella società di quanto si tenti di dire: non rubano il lavoro ma versano contributi che sostengono prestazioni per tutti i cittadini. Vengono accolte meno persone di quante in realtà non scelgano di vivere all’estero. Non rubano il lavoro, è il primo decreto sicurezza che ha messo a rischio 18 mila posti di lavoro. Una grande parte delle lavoratrici e dei lavoratori delle più grandi cooperative che operano nel sistema ricadono su Roma e Lazio, un sistema ora in sofferenza generalizzata, una difficile lotta per la tutela dei posti di lavoro dove vengono dichiarati esuberi e aperte procedure di licenziamento collettivo.
Con il decreto sicurezza bis, un’ulteriore attacco alle libertà e ai diritti di chi sfugge da guerre e conflitti: chiudere i confini di un paese non è la soluzione, bloccare le navi in mare è pericoloso e inumano. In tutto il mondo, l’UNHCR rende noto che nei paesi ad alto reddito si accolgono di media solo 2,7 rifugiati ogni mille abitanti, mentre sono i paesi più poveri ad accogliere un terzo di tutti i rifugiati su scala mondiale, tanto che circa l’80% dei rifugiati vive in Paesi confinanti con i Paesi di origine.
Conoscere e salvaguardare le esperienze positive di accoglienza e inclusione che in tanti territori sono nate, grazie agli operatori, ai professionisti, ai migranti stessi, che hanno fatto percorsi educativi, lavorativi, di inclusione sociale e si sono integrati nelle comunità locali.
Per loro, per i diritti, per il rispetto di tutti, servono veri interventi che estendano e salvaguardino servizi, progetti, esperienze, lavoro, in un’integrazione sostenibile, a beneficio di tutti.