Tra fine emergenza ed idee confuse, l’Agenzia non si smentisce.
Dopo la riunione del 30 marzo l’Agenzia ha trasmesso la direttiva sul lavoro agile per la fase transitoria, che descrive il modello concepito unilaterlamente dall’Amministrazione datoriale e che si svela incomprensibilmente più rigido dell’esperienza sin qui maturata in Agenzia. Cui prodest?
Al di là dell’atteggiamento di parte datoriale, che sull’argomento sin dall’inizio ha snobbato il confornto sindacale e tentato di imporre il suo modello, dovendo però arrestarsi e quantomeno prorogare l’Accordo Sicurezza fino al 30 Aprile 2022, per dar seguito alla contrattazione, ciò che delude è la visione al ribasso che ci propone la nostra Amministrazione: “Alla prova dei fatti il lavoro agile che l’Agenzia è disponibile a fare è solo e desolatamente una sorta di ibrido tra il controllo pervasivo del telelavoro e la produttività senza limiti del cottimo individuale”
Giudichiamo negativo l’approccio ed il modello proposto (leggi la nostra posizione qui) e ci opporremo, ma la strategia dell’Agenzia è chiara e va denunciata.
Nei prossimi mesi affiancheremo ognuno nel percorso che conduce alla sottoscrizione volontaria degli accordi individuali di lavoro agile e nei percorsi di sorveglianza sanitaria per i dipendenti classificati “fragili”.