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Fondo Pino Rauti alla Biblioteca Nazionale di Roma, Cgil, Fp Cgil e Anpi: “Collocazione inopportuna, e grave stravolgimento della memoria e della storia di questo paese”

Nei giorni scorsi la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, tra le massime istituzioni italiane in materia di beni librari, ha dato risalto, con toni celebrativi, all’acquisizione, l’inventariazione e la catalogazione del Fondo Pino Rauti.

“Raccogliamo dal mondo universitario e culturale, che ha chiesto per questo le dimissioni del direttore, lo sdegno per la celebrazione di questa acquisizione da parte della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, che conserva pochi e selezionati archivi di personalità che hanno dato lustro alla cultura e alla letteratura italiana, come Pasolini, Morante, Saba, Moravia, d’Annunzio”, dichiarano Michele Azzola, Segretario generale Cgil di Roma e Lazio, Giancarlo Cenciarelli, Segretario generale Fp Cgil di Roma e Lazio, e Fabrizio De Sanctis, Presidente Anpi Roma.

“Non comprendiamo l’opportunità di acquisire questo Fondo, tra quelli che la Biblioteca potrebbe selezionare per l’alto valore culturale, se non per riconoscere a Rauti, fascista e repubblichino, uno status che non merita, proponendo il suo archivio personale come punto di riferimento culturale per il nostro Paese. Avremmo trovato più corretta e naturale, anche rispetto alla mission istituzionale dei due Istituti, la conservazione di un tale Fondo all’interno dell’Archivio Centrale dello Stato, la cui funzione è quella più generale di conservazione di beni di rilevanza storica.
È inaccettabile che le istituzioni pubbliche si pieghino a un’operazione di ricostruzione errata della memoria storica, del peso e del valore culturale intorno a quel che ha rappresentato il parlamentare MSI, ideologo di estrema destra, implicato per questo nei processi per le stragi di Piazza Fontana e Piazza della Loggia”, proseguono Cgil e ANPI.

“La memoria e la corretta ricostruzione della storia recente, dal fascismo ai decenni del dopoguerra, è l’unico strumento, che difendiamo ogni giorno e da sempre, per salvaguardare oggi le conquiste di democrazia e libertà che l’Italia tutta ha duramente pagato. E le istituzioni pubbliche devono servire unicamente questo scopo, specie se attraverso di esse si garantisce la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e letterario di questo paese”, concludono Azzola, Cenciarelli e De Sanctis.