Si chiude con una definitiva vittoria della Cgil il procedimento giudiziario per condotta antisindacale che da 4 anni è aperto con l’Amministrazione dell’Ospedale San Giovanni Calibita – Fatebenefratelli.
Nel 2014, contro un accordo siglato da Uil e sindacato dei medici, si è levata la protesta di Cgil, Cisl e Ugl che ha portato allo sciopero, nel mese di settembre, e alla definitiva bocciatura dell’accordo da parte dei lavoratori, con un’adesione altissima e pressoché unanime alla linea sindacale portata avanti per la difesa del salario e dei livelli occupazionali. L’Amministrazione, da sempre ostile, tentò di impedire la partecipazione allo sciopero così come di annullare la stessa procedura di consultazione. In questo clima difficile, venne preso a pretesto, per indebolire la parte sindacale, il gesto della delegata Cgil, che durante la manifestazione fu “colpevole” di aver staccato la bandiera Uil, firmataria, appunto, dell’accordo su cui si era aperto lo scontro.
La delegata fu sospesa dal servizio e le fu impedito di entrare nella struttura, per circa 45 giorni. Impugnato il provvedimento dell’Amministrazione ai sensi dell’ art. 28 dello Statuto dei Lavoratori, con la prima sentenza ne era stata accertata, almeno in parte, l’antisindacalità. Contro la sentenza di primo grado, l’Amministrazione dell’Ospedale Fatebenefratelli – Isola Tiberina aveva fatto ricorso. Il procedimento è andato avanti fino alla sentenza dello scorso 4 dicembre, con la quale il Tribunale di Roma conferma l’illegittimità del provvedimento, ritenendo non fondato il ricorso sulla regolarità dei procedimenti disciplinari che l’Ospedale continuava a sostenere, e condanna il San Giovanni Calibita al pagamento delle spese legali.
“È una vittoria importante, che chiude una brutta pagina della storia delle relazioni sindacali in una delle più grandi strutture sanitarie private del Lazio. Ancora più importante perché arriva a pochi giorni dallo sciopero indetto per domani, 14 dicembre, insieme a Cisl e Uil, per la complessiva vertenza sulla sanità privata regionale. Le grandi difficoltà che si incontrano nel trattare con le proprietà per i diritti e le tutele dei lavoratori, sono dovute anche a un atteggiamento ostile dei padroni, che mal sopportano chi non si piega alle loro volontà, quasi sempre negative per le condizioni dei lavoratori e dei loro diritti, e negano anche i diritti più elementari, tentando in ogni modo di sabotare o depotenziare l’azione sindacale. Ne ha fatto le spese, per troppo tempo, una delegata storica di questa organizzazione, che non si è certo lasciata intimidire, continuando a svolgere con professionalità il suo lavoro e la sua attività sindacale. I lavoratori sono più forti di chi li vorrebbe mettere all’angolo. Senza di loro, nessuna struttura potrebbe andare avanti, ed è giusto che le istituzioni facciano la loro parte nel regolare i rapporti di forza con chi eroga servizi finanziati con risorse pubbliche. Siamo con Marilena, e siamo con ognuno dei 25 mila lavoratori che ogni giorno operano in queste strutture, nonostante tutto”.
Così la Fp Cgil di Roma e Lazio, in una nota.