La Regione Lazio potenzia i servizi di cure primarie con un programma di riorganizzazione territoriale per la prevenzione della diffusione del virus e l’assistenza alle persone più fragili.
“Potenziare la rete di servizi sanitari territoriali è fondamentale tanto quanto la risposta efficace delle strutture sanitarie ospedaliere. Il virus si combatte nel territorio prima che in ospedale: con le misure di contenimento, ma anche con il potenziamento della risposta assistenziale ai bisogni dei cittadini, specie la platea più fragile, che, com’è noto, è più esposta a complicanze dato il sovrapporsi del virus a patologie pregresse”, dichiarano Cgil, Spi e Fp Cgil di Roma e del Lazio.
“I casi di contagio e successiva gestione dei pazienti a seguito dei focolai in tante RSA della Regione ha creato una vera e propria emergenza nell’emergenza, ma è altrettanto importante riorganizzare complessivamente l’intervento di sorveglianza sanitaria per l’intera popolazione più fragile. Il potenziamento delle attività di cure primarie nei distretti sanitari risponde a un modello di integrazione territoriale dei servizi che è, come da sempre sosteniamo, la formula per rilanciare il sistema sanitario regionale e dare la dovuta risposta di cura e assistenza ai cittadini. Un modello che deve essere ora applicato omogenamente all’intero territorio, per evitare che nella sua attuazione si creino disparità e vuoti d’assistenza”, proseguono i sindacati.
“I team dell’Unità speciale di continuità assistenziale regionale (USCAR) saranno costituiti da medici e infermieri già in servizio che volontariamente aderiranno alla selezione; per la costituzione dei nuclei dell’Assistenza proattiva infermieristica in ogni distretto si stima il fabbisogno di 1 infermiere per 10.000 abitanti. I 580 infermieri previsti dovranno corrispondere a nuove assunzioni, per evitare di spostare personale e lasciare così scoperti altri servizi. L’emergenza Coronavirus, ha fatto emergere criticità e carenze ancor più che nell’ordinarietà. Dopo commissariamento e blocco del turn over, solo dal 2018 si è cominciato a fermare un trend negativo che avrebbe portato al dimezzamento del personale rispetto ai 15 anni precedenti. Chiediamo da tempo un piano straordinario di assunzioni, almeno il doppio delle 5000 previste nel fabbisogno biennale: è fondamentale ora agire in fretta e mettere in campo ogni strumento a disposizione per potenziare gli organici e sostenere il lavoro di chi ogni giorno garantisce cure e assistenza sanitaria pubblica ai cittadini di tutta la Regione”, concludono Cgil, Spi e Fp Cgil.
Il programma di potenziamento cure primarie – Regione Lazio 8 aprile 2020