Sono lavoratori del servizio sanitario pubblico. Sono circa 40 tra operatori socio sanitari, terapisti e assistenti sociali, che prestano servizio presso il centro di Educazione motoria di via Ramazzini. Operano per la Croce Rossa in appalto a Gem srl, che a sua volta nel maggio scorso ha esternalizzato servizi e personale alla GEM Roma Srl. Una società senza sede: al civico indicato, della società non c’è traccia. Così come non c’è traccia degli stipendi da dicembre a oggi, tredicesima inclusa. Ieri in Prefettura il tentativo obbligatorio di conciliazione, che disponeva la valutazione, entro oggi, 5 marzo, della possibilità di procedere al versamento degli acconti. Ma dalla società, nella serata di ieri, nessuna convocazione: solo due righe via email, che chiedono un ulteriore posticipo.
“È un’ennesima presa in giro. Considerando fallita la conciliazione, non possiamo far altro che andare verso lo sciopero di questi lavoratori. Pezzi di un ingranaggio a scatole cinesi, in un sistema di appalti e esternalizzazioni che impoveriscono loro in primis, così come l’intero impianto dei servizi sanitari pubblici. Continuiamo a sostenere la necessità di internalizzare in Croce Rossa questi lavoratori. Nel frattempo, non possiamo tollerare quest’assoluta mancanza di rispetto verso i lavoratori, in un meccanismo di certo poco trasparente sull’accertamento delle risorse e delle liquidità, tra ritardi e contenziosi tra appaltante, affidatari e subaffidatari. Uno scaricabarile di responsabilità che di fatto affama intere famiglie di professionisti, che nonostante tutto ogni giorno garantiscono assistenza e cure ai cittadini. Un lavoro delicato e fondamentale, assolutamente non riconosciuto e non rispettato”, denuncia la Fp Cgil Roma e Lazio.
“Dal momento che la GEM Roma non ci ha convocato, rinviando, ancora una volta, risposte certe sulla possibilità di erogare quanto meno gli emolumenti di dicembre e tredicesima, non ci resta che andare allo sciopero. E organizzeremo la mobilitazione in un luogo da definire, dal momento che la Gem Roma, come abbiamo constatato, non ha una sede effettiva. È una battaglia di dignità, per il valore del lavoro e la qualità dei servizi dell’intero sistema sanitario. Il lavoro povero impoverisce le cure, e mai come in questo momento è fondamentale, invece, garantirlo e riconoscere diritti e professionalità a ogni operatore”, conclude il sindacato.