Mancanza di confronto, sicurezza, scelte unilaterali sul taglio dei buoni pasto, mancata condivisione delle scelte gestionali ed organizzative volte a mettere al riparo i lavoratori e la stessa Azienda, data la contrazione delle attività e le minori entrate, disciplina dello smart working: con una nota di oggi, il Segretario generale Fp Cgil Roma e Lazio Giancarlo Cenciarelli scrive all’assessore alla Crescita Culturale Luca Bergamo e all’Amministratore unico di Zètema Progetto Cultura , Remo Tagliacozzo:
“Si richiede un intervento tempestivo all’Assessore competente per il corretto ripristino delle relazioni sindacali nella società Zètema. Il confronto con le Organizzazioni Sindacali sempre più diradato negli ultimi mesi, risulta allo stato delle cose completamente assente. Non si è avuto infatti alcun riscontro sulle molteplici questioni poste in ambito di sicurezza sul lavoro, specie per il delicato settore del servizi al pubblico. L’Azienda, dopo mesi di scarsa interlocuzione con le organizzazioni sindacali, che ha di fatto impedito la sottoscrizione del protocollo condiviso per la gestione dell’emergenza Covid -19, ha nell’evidenza rifiutato l’adozione del protocollo nazionale di Federculture imputandone la responsabilità ad un’esplicita indicazione ricevuta da Roma Capitale.
Nessuna sensibilità è stata riservata al tema dei lavoratori “fragili” evitando il confronto con la Rappresentanza Sindacale e discostandosi nettamente da quanto adottato su tale ambito dall’Amministrazione Capitolina.
Nella più assoluta incertezza, l’Azienda si riduce a prospettare ed improvvisare, direttamente ai lavoratori, le più disparate soluzioni, a volte, ai limiti della regolarità normativa. Le forma di risparmio attuata per mettere al riparo i conti aziendali ed evitare il ricorso agli ammortizzatori sociali, ha previsto la decurtazione del salario dei quadri e dirigenti. A tale iniziativa è stata affiancata la scelta di non erogare i buoni pasto ai lavoratori in modalità di lavoro agile.
Se però la prima azione è stata prospettata come opzionale per i dipendenti e temporalmente limitata alle mensilità di marzo ed aprile, per il taglio dei buoni pasto ( che colpisce i salari più bassi) l’Azienda, senza alcuna condivisione al tavolo, ha unilateralmente deciso di non conformarsi alle scelte di Roma Capitale. Lo stesso AU, sollecitato più volte da parte sindacale su questo tema, ha ribadito che continuerà nella mancata erogazione a tutti coloro che non presteranno attività lavorativa nella sede tradizionale, pur in assenza di specifico accordo con le rappresentanze sindacali. In questa indeterminatezza generale, desta grande preoccupazione la mancata condivisione della reale condizione economica aziendale generatasi dall’eccezionalità della situazione.
È sicuramente evidente che, oltre a mancare gli importanti introiti dei servizi commerciali, l’Azienda ha avuto una contrazione delle prestazioni richieste dalla committenza per una serie di attività pur previste nel Contratto di servizio. Ci si aspettava pertanto, a seguito degli innumerevoli solleciti, di conoscere gli accorgimenti adottati, o in fase di prossima adozione, per il recupero delle entrate mancanti, oltre che la condivisione di scelte gestionali ed organizzative volte a mettere al riparo i lavoratori e la stessa Azienda. Anche su questo tema, spiace constatare, l’assoluta assenza di confronto.
Nelle scorse ore è stata inviata al personale una nuova comunicazione che dispone il rientro in ufficio dalla modalità di Smart Working per la maggior parte del personale a partire dal 1 luglio. Nessuna informativa o tentativo di condivisione è stato fatto con il Sindacato per le opportune valutazioni. Esplicitamente rifiutando l’adozione delle modalità di Roma Capitale per il consolidamento della modalità Smart per i settori che lo consentono anche in ragione dell’incertezza pandemica dei prossimi mesi, l’Amministratore Unico, ha più volte ribadito la propria contrarietà alla modalità lavorativa da remoto ritenendola poco produttiva oltre che non adatta alle caratteristiche aziendali. Proprio in ragione di ciò l’AU ha ribadito l’assoluto diniego alla condivisione di un accordo specifico che ne consentisse la sperimentazione, seppur in ambiti circoscritti ed in limitati settori. In un tale sconfortante quadro generale, sono rimaste inascoltate anche le richieste di chiarimenti da parte della CGIL circa la mancata applicazione dei passati accordi sulla valorizzazione del personale, a cui si sono contrapposti i riconoscimenti discrezionali e le riqualificazioni attuate, in favore di pochi e prescelti dipendenti, senza alcuna condivisione al tavolo sindacale. È recentissima l’ennesima iniziativa dell’Amministratore Unico, già presentata ad alcuni dirigenti e responsabili, che sancirà ulteriori nuove progressioni verticali e valorizzazioni a specifici e già individuati lavoratori, rifiutando ogni confronto e condivisione con le Organizzazioni Sindacali.
L’indeterminatezza futura e l’assenza di confronto destano forte preoccupazione tra i lavoratori e chi li rappresenta, tanto da rendere necessario richiedere all’Amministrazione Comunale di intervenire sull’Azienda per il corretto ripristino delle norme, la verifica di maggiore trasparenza nelle scelte operative in coerenza con i dettami contrattuali, e rinnovare la richiesta di intervento tempestivo per il ripristino del corretto sistema di relazioni sindacali.