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CORONAVIRUS. ROMA, CGIL: AMA SI ‘RIMANGIA’ ACCORDI PRESI, PREFETTO INTERVENGA

“ASSENZA SINDACA CONCLAMATA, NON CI ASPETTIAMO PIÙ NULLA DA LEI”

Tornano ad agitarsi a Roma le acque tra sindacati e Ama. Venerdi’ le RSU e l’azienda avevano raggiunto un accordo (in tema di tutela dei lavoratori in questa fase di emergenza sanitaria dettata dal diffondersi della pandemia da Covid 19) che aveva portato alla revoca dello stato di agitazione, ma i contenuti di quel verbale sarebbero stati disattesi. La denuncia arriva da Alessandro Russo, esponente della Fp Cgil.
“Ama -spiega- e’ la partecipata capitolina piu’ inadempiente sul contenimento del Coronavirus. Abbiamo avuto un mese di contrasti con l’azienda culminati in uno stato di agitazione proclamato dalle rsu, che venerdi’ erano state convocate e con le quali era stato raggiunto un accordo con un verbale per bloccare la procedura di raffreddamento ma sabato Ama se l’e’ rimangiato.
E’ una cosa offensiva per il sindacato e per quei lavoratori che tra mille difficolta’ stanno garantendo un servizio pubblico”.

In quel documento “c’erano pochi punti qualificanti, cose che Ama avrebbe dovuto fare da subito, invece si e’ mossa in ritardo e male e tutto cio’ che ha fatto e’ stata una conquista dei sindacati con le unghie e i denti: ad esempio le sanificazioni e quel minimo di procedure per la pulizia dei messi- spiega Russo- In questi giorni l’azienda ha distribuito mascherine chirurgiche non previste da nessun documento di valutazione dei rischi e questo ha gettato nel panico preposti e lavoratori, che non sanno come e quando utilizzarle, ne’ se sono efficaci. Tutte cose previste e gia’ dette nei tavoli di confronto. Purtroppo la sordita’ della societa’ sta portando a problemi risolvibili per tempo”

Nel verbale sottoscritto, continua, “c’erano cinque punti: un piano per razionare i dpi, visto che sul mercato ce ne sono pochi e sono un bene prezioso, sono stati usati e distribuiti male e a tutt’ora non esistono procedure; un piano per i servizi minimi per evitare che ci sia cosi’ tanta raccolta manuale che espone a un rischio di contagio. Si puo’ fare spostando i flussi dalle zone della citta’ meno in difficolta’ e concentrandosi su quelle in affanno dove gli operai sono esposti a questo rischio”.

E ancora: “Chiedevamo procedure differenziate: ad oggi un capo, un capo intermedio e un operaio non hanno mai ricevuto una comunicazione contenente i punti che un operatore deve seguire quando entra nel posto di lavoro oppure e’ in servizio -prosegue Russo- I lavoratori ‘baricentrati’, che subiscono l’ingiustizia di lavorare la domenica per tutta la vita, non hanno avuto un momento di conciliazione tra i tempi di vita e quelli di lavoro.

E poi, non abbiamo potuto risolvere problemi semplici, come gli attacchi differenziati per evitare gli assembramenti.Quel documento conteneva punti che potevano riunificare lavoratori e azienda ma Ama ha deciso di tirare dritto”.

I sindacati non chiedono “piu’ l’intervento della sindaca, perche’ la sua assenza e’ conclamata e non ci aspettiamo nulla- conclude Russo- Ma il prefetto deve intervenire a tutela della salute dei lavoratori e quindi di quella pubblica”.

(Agenzia DiRE)

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