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Civitavecchia, nei due istituti penitenziari, come ovunque, carenze di organico e strutturali e condizioni critiche per lavoratori e detenuti.

Il mese di agosto si conclude con la visita ai due istituti penitenziari di Civitavecchia.

Ieri, 29 agosto, siamo stati in visita prima alla Casa Circondariale N.C. e poi alla Casa di Reclusione.

Presso la casa circondariale, accompagnati dal Direttore e dal Comandante, abbiamo registrato, come nel resto della regione, quanto i tagli all’organico incidano sull’organizzazione del lavoro. La struttura dell’istituto non consente, con il personale disponibile, di coprire tutti i posti di servizio, necessari alla sicurezza. Il personale in forza è di 175 unità (di cui 33 impiegate presso il locale nucleo traduzioni) a fronte delle 282 previste da pianta organica e si trova a gestire 535 detenuti (A.S., Comuni, sorveglianza psichiatrica e femminile), mentre la capienza massima regolamentare prevista è di 357.

L’istituto conta di un reparto di osservazione psichiatrica femminile. Pur facendo affidamento su un servizio sanitario, l’istituto necessiterebbe di un’ unità operativa sanitaria per meglio fronteggiare le criticità, che, per lo specifico stato dei detenutj, sono quasi all’ordine del giorno.

Alcuni interventi strutturali sono stati fatti, in economia, per scelta della Direzione, con la collaborazione del personale di Polizia penitenziaria che all’interno dell’istituto apporta un contributo di grande professionalità. Per migliorare il servizio di vigilanza all’interno

delle sezioni, il personale è dotato di uno strumento elettronico individuale che permette di chiedere aiuto in presenza di eventi pregiudizievoli per l’ordine e la sicurezza. Grazie alla collaborazione di un’organizzazione religiosa, uno psicologo è autorizzato a muoversi liberamente nell’Istituto per fornire in forma anonima e a chi lo richieda un aiuto psicologico. In presenza di eventi traumatici, al personale sį segnala la possibilità di fruire di una “relazione di aiuto psicologica”, sempre in forma anonima, presso l’Asl territoriale.

La Casa di Reclusione, invece, è ospitata all’interno di una struttura antica, e conta 81 detenuti. Per le caratteristiche strutturali dell’istituto, la custodia è attenuata e può ospitare detenuti con determinate caratteristiche (giudiziaria, di salute ecc); se i detenuti violano le condizioni del contratto che firmano al momento dell’assegnazione, vengono poi trasferiti altrove.

Anche in questo caso, carenza di organico e specifiche professionalità sono le emergenze più evidenti: il personale educativo previsto dovrebbe essere complessivamente di 7 unità, ma attualmente entrambi gli Istituti fanno affidamento su sole 2 unità, con logiche ripercussioni nella gestione detentiva.

Come ormai ripetiamo da tempo, anche per le due strutture penitenziaria occorrono politiche condivise tra amministrazione e Sindacati per superare la carenza di personale e la necessità di rivedere le piante organiche del Lazio. Occorrono interventi mirati all’assunzione di personale dell’area trattamentale, investimenti economici sulla strutture e sulla formazione del personale.