Così Giovanni Alfonsi, Fp Cgil Roma e Lazio:
“la “rivoluzione al risparmio” va fermata. Il bando mette a rischio 17 posti di lavoro, ovvero chi ha prestato servizio a Casa Vittoria, la struttura chiusa a luglio e non ricompresa nel bando.
Per 50 Operatori socio sanitari si prevede il demansionamento, dal livello C2 a C1, che presuppone una perdita fino a 140 euro mensili, su uno stipendio già modesto.
Quel che è più inaccettabile è il consueto trincerarsi dietro porte chiuse: alla nostra richiesta di incontro la dott.ssa Modafferi, dirigente della Direzione Benessere e Salute, è scesa all’ingresso, rifiutando di riceverci e facendoci chiudere le porte in faccia. Come abbiamo già detto, le risposte ricevute dall’Amministrazione non sono sufficienti serve la sospensione del bando.
Nel complessivo abbandono del tessuto sociale e del pericoloso disinvestimento sui servizi alla parte più fragile della società da parte di questa amministrazione – ricordiamo che in bilancio, nonostante il maxiemendamento, al sociale vengono sottratti circa 38 milioni – le scelte fatte secondo le solite logiche di fare cassa sulla pelle dei lavoratori e sui livelli di assistenza ai cittadini, specie i più fragili. Al di là degli annunci, a Roma si è scelto di disinvestire sui servizi alla persona e di continuare a creare lavoro povero.
La nostra richiesta resta quella di sospendere il bando: andremo avanti con la mobilitazione, per la dignità del lavoro e veri investimenti sui servizi sociali della città”.