Le condizioni di lavoro del personale che opera nelle carceri del Lazio non è più sostenibile.
I nostri Istituti penitenziari sono luoghi insicuri e al limite della decenza, le aggressioni ai danni dei poliziotti sono all’ordine del giorno.
E’ di ieri pomeriggio l’ultimo caso di aggressione ad un poliziotto in servizio nel carcere di Frosinone, finito al pronto soccorso e dimesso con 15 giorni di prognosi a seguito di aggressione da parte di un detenuto.
Denunciamo da tempo la gravità della carenza di personale in tutti gli istituti della Regione, e la conseguente mancanza di sicurezza sia per i detenuti che per i poliziotti.
Dai dati ufficiali pubblicati sul sito del Provveditorato nel carcere di Frosinone i posti regolamentari sono 506 e i detenuti presenti 587 (a noi ne risultano oltre 600). La dotazione di personale prevista dovrebbe consistere di 296 poliziotti penitenziari, 6 educatori e 32 amministrativi, ma la realtà degli operatori presenti è ben lontana da questi numeri. In generale, la situazione degli Istituti del Lazio è anche peggiore.
In tutta la Regione la popolazione detenuta supera le 6300 unità mentre la capienza regolamentare prevista dovrebbe essere di 5270, mentre la carenza di personale supera le 1000 unità.
Siamo stanchi di denunce che cadono nel vuoto e di un’amministrazione sorda che condanna le lavoratrici e i lavoratori degli istituti penitenziari a condizioni di lavoro non più sostenibili.
Nel Lazio serve un imponente piano di assunzioni, così come a livello nazionale serve un intervento serio sulle misure di pena alternative al carcere.
Sicurezza nei luoghi di lavoro e carichi di lavoro sono ora la priorità. Su questo attendiamo con urgenza una convocazione da parte del Provveditore.