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Bibliotecari Roma Capitale, lettera aperta a Bergamo: “Solo 1 su 3 assegnato a Biblioteche. Tra poco il minimo storico di 230 unità”

Cgil, insieme a Cisl, Uil e Csa, torna sulla questione dei bibliotecari assunti da Roma Capitale ma destinati ad altri uffici, inviando oggi al Vice Sindaco e Assessore alla crescita culturale Luca Bergamo una lettera aperta di denuncia: 

“Le rappresentanze sindacali dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Istituzione Sistema Biblioteche Centri Culturali di Roma Capitale, hanno deciso di illustrare pubblicamente una situazione paradossale: a fronte della grave situazione di una pesante carenza di organico nelle 40 biblioteche, l’Amministrazione capitolina assegna all’Istituzione solo 1/3 dei Funzionari di Biblioteca assunti e invia gli altri a svolgere funzioni di anagrafe, economato, autorizzazione per lavori stradali, anticorruzione, assistenza agli organi politici, servizi per asili nido e scuole dell’infanzia e altro, presso Municipi o Dipartimenti e nei nuovi concorsi appena banditi non sono previsti profili professionali riconducibili alle figure di Bibliotecario o Aiutobibliotecario.

La scelta appare poco comprensibile, vista la specificità del profilo professionale, è come mandare un elettricista a fare il pasticcere, oltretutto anche in contrasto con i principi sanciti dalla stessa amministrazione quando, un anno e mezzo fa, deliberava un regolamento per la mobilità interna in cui affermava il principio della collocazione del personale in modo da: “valorizzare l’esperienza, le competenze e le potenzialità”.

A cosa serviva quindi la richiesta, formalizzata nella raccomandata inviata per la convocazione della firma del contratto di lavoro, di inoltrare tempestivamente il proprio curriculum vitae, ai fini di una ottimale collocazione nell’ambito delle Strutture di Roma Capitale? Può essere mortificante e frustrante aver dedicato tempo, energie, passione, per superare un concorso pubblico che avrebbe consentito di svolgere il lavoro per cui si è studiato e che appassiona e ritrovarsi invece a vedersi assegnati compiti e responsabilità su tutt’altro, senza neanche, per lo più, un contributo di affiancamento per essere informati ed istruiti per svolgere in modo adeguato altri delicati e importati servizi per i cittadini. Ulteriore stupore nel dover constatare che, come organizzazioni sindacali, siamo ancora in attesa di una risposta a precedenti richieste su quali fossero gli indirizzi sui criteri di assegnazione del personale in via di assunzione forniti al Dipartimento Organizzazione Risorse Umane e di valutare la possibilità di modificare le ultime assegnazioni di personale considerando quanto rappresentato in termini di carenze presso l’ISBCC. Stupore dettato anche dalla circostanza per cui, delle scelte sono state certamente fatte, per definire chi sarebbe stato quel Funzionario di Biblioteca su 3 che avrebbe avuto la fortuna di venire assegnato all’Istituzione, ma non ne conosciamo i criteri, non ci risulta si sia proceduto in base alla posizione di graduatoria, non sappiamo se chi ha scelto aveva degli indirizzi a cui attenersi o ha agito per conto proprio e, non ricevere risposte non aiuta a sciogliere eventuali dubbi sulla trasparenza delle assegnazioni. Siamo consapevoli che le carenze di organico investono tutte le strutture di Roma Capitale e non solo le Biblioteche, ma sappiamo anche che, poche decine di unità di personale, sono una goccia nel mare dei 23.000 dipendenti capitolini che lavorano nelle altre strutture di Roma Capitale e sarebbero invece essenziali se vogliamo riaprire tutte le biblioteche una volta finita l’emergenza Covid-19, il cui organico sarà a fine anno al minimo storico di 230 unità, in virtù degli ulteriori pensionamenti previsti. Perchè di questo si tratta, di fare in modo di garantire che Roma continui ad avere quel prezioso servizio di attività culturali e promozione della lettura che ha fatto del sistema Biblioteche romane un esempio per la qualità e per l’insediamento e la diffusione nel territorio, dal centro alle più estreme periferie, non solo di biblioteche ma di veri e propri centri culturali. Non è solo un bisogno e una richiesta di qualche decina di dipendenti è un esempio da cui possiamo capire se Roma Capitale intende motivare o demotivare i propri dipendenti e se intende o meno utilizzare e valorizzare al meglio le professionalità e le esperienze che esprimono per offrire servizi di qualità ai cittadini. Questo è un appello all’Assessore alla Crescita Culturale e Vicesindaco a intervenire per predisporre un percorso di RIASSEGNAZIONE dei Funzionari di Biblioteca nel loro luogo di lavoro naturale, dove potranno esprimere al meglio la propria professionalità e contribuire a far vivere e a far crescere una delle esperienze culturali di maggiore impatto per i cittadini e a non cedere alla RASSEGNAZIONE del: “ora è andata così, ci sono cose più importanti di cui occuparsi”.

La lettera in pdf