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Assunzioni, sicurezza e contratti: il 9 dicembre sarà sciopero nazionale di tutti i lavoratori dei servizi pubblici. Il 4 attivo regionale Fp Cgil Roma Lazio

Nella legge di bilancio non ci sono risorse sufficienti a coprire il rinnovo, lo stanziamento di cui si parla riguarda in parte il cosiddetto elemento perequativo che è una voce già percepita in busta paga dai lavoratori e non darà risposte adeguate ai 3.2 milioni di dipendenti dei servizi pubblici. Non sono gli “statali” a scioperare ma tutti i lavoratori pubblici, e lo fanno per chiedere maggiori investimenti, maggiori assunzioni, maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro, per innovare la Pa e per il loro salario . 

Il rapporto tra dipendenti pubblici e cittadini e il livello delle retribuzioni ci colloca tra i più bassi in Europa. Nella nostra regione, dove si concentrano sedi centrali di ministeri e grandi agglomerati pubblici e dove in alcuni settori come la sanità l’uscita di personale in servizio è doppia rispetto alla media italiana, ogni giorno denunciamo le carenze sugli organici, sulla sicurezza, le condizioni di lavoro di chi svolge servizi essenziali, dalla sanità alle scuole, la necessità di assumere e allineare diritti e tutele di chi svolge lo stesso servizio con contratti diversi.
Si tratta di lavoratori, comunicano le sigle nazionali, “che hanno retribuzioni molto diverse e che sono tutt’altro che privilegiati, dai sanitari agli educativi, dalle forze dell’ordine ai lavoratori che in tutte le pubbliche amministrazioni svolgono una funzione essenziale”.

Chi attacca i servizi pubblici e vorrebbe privatizzare tutto, in nome del profitto d’impresa, racconta all’opinione pubblica che lo sciopero è una sorta di “ponte lungo”, quasi un’occasione per fare vacanza con rivendicazioni infondate, dimenticando di dire che scioperando i lavoratori rinunciano ad una giornata di salario, indebolendo le loro già basse retribuzioni. Insinuano inoltre che si blocchino pretestuosamente servizi essenziali ed ancora una volta dimenticano di dire che, come sempre, i servizi pubblici essenziali saranno garantiti, nel rispetto delle leggi e nel rispetto dello spirito di servizio che contraddistingue tanti dei dipendenti pubblici. Cercano di far prevalere, ancora, la logica del privilegiato, sull’onda della quale per anni si sono giustificate manovre che hanno tolto diritti e bloccato il normale iter dei rinnovi. È proprio questa mancanza di rispetto che ha prodotto la rottura e di certo non è dipeso dal sindacato. Questa mistificazione della realtà non è più sostenibile, è il momento, di raccontare cosa significa lavorare nel pubblico impiego e quanto le motivazioni dello sciopero siano finalizzate a tutelare anche il servizio e gli utenti.

“Togliere qualcosa ad un dipendente pubblico che guadagna poco più di mille euro non aiuta il precario che ne guadagna un po’ meno. Il problema è assumere i precari, avere salari dignitosi tutti, pubblici e privati, far ripartire l’economia e contrastare l’emergenza sanitaria con più sicurezza. Il governo è il nostro datore di lavoro e, da quando gli abbiamo inviato le piattaforme per il rinnovo dei contratti, non ha mai avviato il confronto sul rinnovo”.

Serve il confronto, e per questo il 9 dicembre saremo in sciopero, con forme alternative alle piazze per rendere visibile la protesta nel pieno rispetto delle norme di contenimento.

In preparazione delle iniziative per la giornata di sciopero, è convocato l’attivo di tutti i comparti della Fp Cgil di Roma e Lazio il 4 dicembre alle 15.00 su zoom (presto le coordinate). Parteciperà la Segretaria generale Fp Cgil Serena Sorrentino. 

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