Nella giornata di ieri le rappresentanze Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl sono tornate a scrivere all’Amministrazione dell’Ares 118 riguardo l’uso dei Dispositivi Individuali di Protezione per la tutela dell’incolumità degli operatori esposti al rischio biologico determinato da COVID-19.
In particolare l’attenzione è stata posta sulla possibile introduzione dei camici munouso al posto delle tute idrorepellenti: in alcuni servizi territoriali di assistenza sanitaria vengono infatti usati camici con certificazione CE EN 340-14126 cat. 3, che non assicurano un’adeguata protezione a collo e gambe degli operatori in un contesto di urgenza come quello del soccorso sanitario 118; al contrario, a volte possono risultare addirittura d’intralcio per le corrette manovre di rianimazione.
Nella nota unitaria le rappresentanze diffidano l’amministrazione dall’introdurre questi camici all’interno della dotazione del personale addetto al soccorso.
Essendo peraltro le scorte di tute in imminente certo esaurimento nell’approvvigionamento dell’Ares, la questione si fa drammaticamente urgente.
In caso contrario i sindacati adotteranno tutte le misure idonee per ripristinare la più efficiente e funzionale dotazione dei DIP, attraverso i canali Istituzionali quali il Prefetto di Roma, la Protezione Civile ed il Presidente della R.L. Zingaretti. Qualora la criticità non si risolva nei tempi e nei modi congrui al servizio sanitario 118 non indulgeremo ad attivare le sedi legali opportune, con il fine di tutelare la sicurezza e l’incolumità dei dipendenti dell’Azienda.
Analoga nota è stata inviata da Fp Cgil Frosinone e Latina per i lavoratori delle aziende private della RTI Heart Life, Società affidataria – tramite Gara Europea – del soccorso 118 in Ciociaria.
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