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Ama, Fp Cgil Roma e Lazio: lo stop allo smart working in azienda è un passo indietro ottocentesco. Ancora una volta scelta inadeguata del management

«Una scelta che non condividiamo sia nel metodo, per l’assenza di confronto con le organizzazioni sindacali e di coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori nei processi decisionali, che nel merito perché l’interruzione della sperimentazione rappresenta un clamoroso passo indietro sull’organizzazione del lavoro uno strumento utile per modelli organizzativi». Giancarlo Cenciarelli segretario generale FpCgil Roma Lazio critica la decisione di Ama di interrompere in maniera unilaterale la sperimentazione sul lavoro agile per il personale amministrativo che prevedeva lo svolgimento del 50% del proprio lavoro in smartworking.
«In questo periodo – motiva il segretario – lo smartworking ha migliorato l’indice di presenza del personale amministrativo ed ha inciso positivamente sulla produttività. Un dato che contabilizzato può consentire ad AMA di risparmiare circa 9.000 euro l’anno per ogni postazione negli uffici. Ora – continua la nota sindacale – con questa retromarcia l’azienda dovrebbe spiegarci dove intende collocare l’interezza del personale amministrativo, circa mille dipendenti, avendo dismesso anche alcuni locali».
Appare evidente conclude il segretario come «AMA stia scegliendo di sacrificare modelli organizzativi avanzati sull’altare del controllo a vista delle lavoratrici e dei lavoratori. Questo è un management che guarda a modelli gestionali del passato con cui non è pensabile qualsiasi rilancio di AMA, il miglioramento della qualità del servizio e del lavoro».