AMA. OLTRE 200 USCITE TRA ‘QUOTA 100’ E PENSIONAMENTI, 85% SONO OPERATORI
DI COLA: GIUNTA NON SBLOCCA ASSUNZIONI. MASUCCI: RISPOSTE O SCIOPERO
(AGENZIA DIRE) I rifiuti per strada restano ma gli operatori che dovrebbero raccoglierla continuano a diminuire. È il paradosso che vive l’Ama, sempre piu’ alle prese con una lotta quotidiana tra l’obbligo da una parte di dover pulire la citta’ e dall’altra le armi spuntate di cui dispone. Alla municipalizzata capitolina dei rifiuti non solo manca un parco impianti in grado di renderla efficiente nel servizio e indipendente, ma ogni giorno che passa vede prosciugare il suo vero capitale: la forza lavoro.
Ogni mese normalmente vanno in pensione circa 13 lavoratori e nell’ultimo anno (da maggio 2018 a maggio 2019) Ama ne ha persi 155, passando da una dotazione organica di 7.696 unita’ a 7.541.
Di questi, circa 5.800 sono operatori, tra quelli impiegati ‘sul campo’ nella raccolta (82%) e quelli nelle officine, il resto e’ composto da personale amministrativo. Circa l’85% di coloro che sono andati e andranno in pensione e’ un operatore, cioe’ la figura principale per far decollare la raccolta differenziata (risalita nell’ultimo periodo al 46,5% dopo avere subito una flessione) e pulire le strade, anche dai rifiuti accatastati fuori dai cassonetti pieni.
Ma c’e’ di piu’, perche’ al dato “fisiologico” dei circa 155 pensionati l’anno, vanno segnalate le circa 100 richieste arrivate in azienda di aderire alla cosiddetta ‘Quota 100′. Se tutte venissero accolte, le uscite da Ama nel 2019 sfonderebbero ampiamente le 200 unita’, incidendo ulteriormente su un organico (gia’ ‘fiaccato’ da alcuni lavoratori parzialmente idonei, oltre che dalle assenze per malattia e per il legittimo ricorso alla legge 104 per l’assistenza ai familiari bisognosi) che con molta difficolta’ (e risultati non esaltanti) deve dividersi tra la necessita’ di alzare la percentuale di rifiuti raccolti in maniera differenziata e l’obbligo di tenere pulita la citta’.
Il quadro in prospettiva e’ reso ancora meno confortante dal fatto che manca un cda (anche se verso la fine della settimana la giunta dovrebbe dare le sue designazioni), si prevedono due chiusure di bilancio piuttosto negative sia per il 2017 (si vocifera di un rosso da 80 milioni) che per il 2018 (-30 milioni circa) e questo potrebbe rendere ancora piu’ complicato il rispetto dell’accordo sottoscritto ad aprile di un anno fa dai sindacati e dall’allora assessore Montanari, che prevedeva la modifica di una delibera del 2015 (poi approvata dall’Assemblea Capitolina) nel senso di rimuovere il blocco del turn over e consentire cosi’ ad Ama di assumere 300 operatori nel triennio 2017/19. Nessuno di questi ha varcato la soglia di via Calderon de La Barca mentre molti ne sono usciti e continueranno a uscire, rendendo ancora piu’ complicato lo svolgimento dei servizi.
“Il solo sciopero bianco e’ quello della Giunta, che non fa il proprio dovere e non sblocca le assunzioni – commenta all’agenzia Dire il segretario della Fp Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola – Mancano all’appello 300 operai previsti dal piano di Ama mai approvato e quelli che stanno andando pian piano in pensione. Il paradosso e’ che le previsioni sui fabbisogni di questa amministrazione erano di 500 operai in piu’ solo per il nuovo porta a porta. Di fatto la Raggi ci consegna un’azienda con piu’ di 400 lavoratori in meno e maggiori oneri. Usare argomenti di distrazione non e’ responsabile di fronte ai risultati cosi’ modesti. O si cambia passo e si iniziano a dare risposte o lo sciopero e’ alle porte”.
Marino Masucci, segretario della Fit Cisl del Lazio, sottolinea: “Alla totale assenza di una guida per Ama, di un cda, di un piano industriale, e all’insufficienza di mezzi idonei, si aggiunge l’attuale carenza di organico, che sara’ ulteriormente aggravata dalle fuoriuscite dovute a quota 100 e ai pensionamenti. Come potranno i lavoratori far fronte alla situazione? Lo ribadiamo, pretendiamo risposte in tempi brevi o sara’ sciopero”.