“Un’altra estate, un’altra emergenza annunciata, un nuovo e sempre più grave rischio per la salute pubblica della Capitale”, così Natale Di Cola, Cgil di Roma e Lazio, e Giancarlo Cenciarelli, Fp Cgil Roma e Lazio.
“Sono anni che denunciamo il progressivo deterioramento di servizi e condizioni di lavoro. Di pochi giorni fa la fotografia impietosa di cosa pensano i cittadini di Roma dei principali servizi pubblici, come trasporti e rifiuti. Nell’analisi di Cgil e Federconsumatori, la valutazione complessiva è insufficiente e, in prospettiva, i romani non nutrono speranze per il futuro. L’attuale crisi – dovuta alle ridotte disponibilità dell’impiantistica esterna alla città – è la conseguenza, prevedibile e annunciata, di quanto diciamo da sempre: è il prezzo della mancata autonomia del ciclo rifiuti nella Capitale e della mancanza di progettualità, che hanno segnato tutta l’amministrazione Raggi, il non governo dell’Azienda da parte del socio unico, Roma Capitale, con un cambio di 7 amministratori in 5 anni, e un ritardo enorme nell’investimento su impianti, mezzi, personale. Nel mezzo, condizioni di lavoro sempre più critiche, maggiori rischi per la salute, nessun avanzamento della differenziata, disastri nella gestione degli appalti, come le utenze non domestiche”, proseguono Di Cola e Cenciarelli.
“Se non ci sono sbocchi, la raccolta si ferma: un principio molto semplice che spesso, tra rimpalli di responsabilità e il venir meno di un dovere di ogni datore di lavoro, quello di tutelare anche la dignità, oltre che rispettare i diritti dei propri lavoratori, viene nascosto dietro il più semplice attacco all’ultimo anello della catena: che sia l’operatore in strada, l’addetto ai servizi cimiteriali, il personale amministrativo al front office. Lavoratori che già portano sulle spalle tutte le conseguenze di un’incapacità progettuale e gestionale di base. Basti pensare ai rischi professionali che comporta la raccolta manuale da terra. Che hanno subito i ritardi di sicurezza durante l’emergenza pandemica, e che oggi sono i primi a rischiare infezioni e malattie”, proseguono i sindacalisti.
“Che i lavoratori non sono bersagli lo diciamo da tempo. Ora, continuiamo a lanciare un appello per la città e per la dignità di lavoratori, cittadini e per chi sta tornando a visitare la Capitale. Le nostre proposte sono sul tavolo da tempo. Continuiamo ancora e a maggior ragione a cercare un confronto politico con Roma Capitale e sul merito di ogni questione aperta con l’azienda, per cui lo stato di agitazione resta. La mobilitazione per Roma è aperta e su ogni fronte siamo in prima linea per la tutela di lavoro e servizi”, concludono.